L’educazione delle farfalle, l’ultimo romanzo di Donato Carrisi, pubblicato nel novembre 2023 da Longanesi, rappresenta un curioso punto di svolta nella produzione dello scrittore più venduto all’estero della narrativa italiana contemporanea. Conosciuto principalmente per i suoi thriller psicologici, Carrisi, in quest’opera, affianca al mistero più canonico una forte componente fantasy-psicologica, immergendo il lettore in un racconto in cui la sospensione dell’incredulità diventa necessaria. A metà tra indagine introspettiva e suspense noir, il romanzo affronta temi legati alla maternità, al senso di colpa e all’identità, mescolando realtà e illusione.
Nel cuore di una vallata alpina, tra fiamme, neve e silenzi, prende forma la vicenda di Serena, una madre riluttante alla disperata ricerca della figlia scomparsa. Ma è proprio questa struttura, tanto cinematografica quanto visionaria, a sollevare interrogativi tra i lettori più affezionati all’autore: Carrisi sta forse virando verso un nuovo registro narrativo, più ibrido e simbolico? L’educazione delle farfalle è un thriller solo di facciata, che cela un nucleo emotivo e fantastico più marcato.
Biografia dell’autore
Donato Carrisi è uno degli autori italiani più acclamati a livello internazionale nel panorama del thriller. Nato nel 1973, si è formato come giurista e criminologo, elementi che hanno profondamente influenzato le sue trame. Il suo esordio letterario, Il suggeritore (2009), ha segnato un successo clamoroso, vincendo il Premio Bancarella e imponendosi come caso editoriale in Italia e all’estero. Tra le sue opere più celebri figurano La ragazza nella nebbia, trasposto anche al cinema con la regia dello stesso autore, e i successivi Il gioco del suggeritore, La casa delle voci, La casa senza ricordi e La casa delle luci.
Carrisi è anche sceneggiatore e regista, e questa sua doppia anima si riflette nella sua scrittura: visiva, serrata e ritmata. Il successo globale delle sue opere è stato confermato da milioni di copie vendute e da una presenza costante nelle classifiche internazionali. L’educazione delle farfalle rappresenta una tappa sperimentale del suo percorso, dove il thriller si fonde con elementi psicologici e onirici.
Trama e analisi
Il romanzo si apre con un evento drammatico: un incendio notturno devasta uno chalet alpino a Vion, dove si trovava Aurora, figlia della protagonista Serena, inviata a un campus sciistico. Della bambina non si trova traccia, ma anche nessun corpo: la polizia archivia il caso, ma Serena non si rassegna. Dopo un anno, lacerata dal dolore e dai sensi di colpa, riceve misteriosi messaggi anonimi che la spingono a tornare sul luogo della tragedia. Inizia così una discesa in un incubo psicologico, dove realtà e suggestione si fondono.
Serena, broker milanese senza istinto materno, si ritrova a dover affrontare la sua natura, in un lento processo di trasformazione che la porterà ad assumere un ruolo materno solo dopo la perdita. L’ambientazione claustrofobica e innevata della Svizzera ben si presta al tono cupo e sospeso della narrazione.
Il romanzo segue una struttura lineare, concentrandosi su un solo punto di vista, un approccio inusuale rispetto ai dualismi narrativi di Carrisi. La scrittura è asciutta, priva di orpelli, ma ricca di passaggi simbolici e allegorici, talvolta forzati. L’autore introduce elementi che sconfinano nella metafisica e nel magico, come l’autosuggestione, la rimozione traumatica dell’infanzia, segnali sensoriali sovrannaturali. Tutti questi dettagli rendono la narrazione affascinante ma anche difficile da accettare come verosimile.
Tra i personaggi, spicca Adone Sterli, enigmatico e ambiguo, che incarna il tipico outsider carrisiano: oscuro, disturbante, ma magnetico. Serena stessa, inizialmente tratteggiata in modo caricaturale come donna anaffettiva e pragmatica, viene lentamente decostruita e riplasmata attraverso un percorso di colpa, perdita e rinascita.
Il vero nodo critico è rappresentato dal finale: una concatenazione di coincidenze e colpi di scena poco credibili, che costringe il lettore ad accettare l’irrazionale. Questo sbilanciamento tra realismo iniziale e svolta fantastica nel terzo atto è l’elemento più controverso del libro.
Analisi del contesto editoriale
Nel panorama del thriller italiano contemporaneo, Carrisi si è sempre distinto per la capacità di fondere meccanismi narrativi impeccabili con introspezione psicologica. Rispetto a opere come La ragazza nella nebbia o Il suggeritore, L’educazione delle farfalle si discosta per il suo approccio più intimista e meno investigativo, privilegiando la trasformazione personale della protagonista rispetto alla risoluzione dell’enigma.
Questa scelta lo avvicina a tendenze letterarie recenti, dove il thriller assume tratti più simbolici e introspettivi, come avviene nei romanzi di autori nordici o anglosassoni contemporanei (si pensi a Gillian Flynn o Paula Hawkins). Tuttavia, Carrisi mantiene il suo stile inconfondibile, fatto di capitoli brevi e cliffhanger costanti, anche a costo di sacrificare la plausibilità.
Rispetto alle sue pubblicazioni precedenti, l’autore sceglie qui una via più rischiosa, forse meno gratificante per i puristi del genere, ma potenzialmente capace di aprire nuove traiettorie letterarie. Il target di riferimento si amplia così a lettori più interessati a dinamiche emotive e simboliche, oltre che alla tensione narrativa.
Valutazione critica
L’educazione delle farfalle è un romanzo che divide. Da un lato, conferma la maestria tecnica di Donato Carrisi nel costruire atmosfere e personaggi complessi, nel dosare la tensione e nel creare un universo narrativo coerente, anche quando rasenta l’inverosimile. Dall’altro, la forzatura di alcuni snodi narrativi e il ricorso a spiegazioni fantasiose indeboliscono l’efficacia complessiva dell’opera.
I punti di forza sono:
- La protagonista ben delineata e con una forte evoluzione emotiva
- L’atmosfera evocativa e quasi cinematografica
- Lo stile scorrevole e accessibile
Tuttavia, non si possono ignorare alcune criticità:
- Il finale troppo affrettato e poco credibile
- L’uso eccessivo di coincidenze e colpi di scena artificiosi
- L’assenza di leggerezza e di momenti di respiro narrativo
Il romanzo si rivolge a lettori affezionati a Carrisi, disposti a seguirlo anche in terreni meno canonici, ma potrebbe lasciare perplessi coloro che cercano un thriller più rigoroso e razionale.
Conclusione
In definitiva, L’educazione delle farfalle di Donato Carrisi è un romanzo ambizioso che tenta di ibridare thriller e fantasy psicologico, con risultati altalenanti. Non è il miglior lavoro dell’autore, ma resta una lettura coinvolgente, soprattutto per chi apprezza le atmosfere oscure e i personaggi tormentati.
Pur non soddisfacendo del tutto le aspettative, il libro offre spunti interessanti sulla maternità, sull’identità e sulla colpa. È consigliato a chi cerca un thriller non convenzionale, capace di sorprendere anche a costo di destabilizzare. Se siete fan di Carrisi, varrà comunque la pena di affrontare questo nuovo viaggio tra luci e ombre.