Recensione de La Casa delle luci di Donato Carrisi

Recensione de La Casa delle luci di Donato Carrisi

La casa delle luci di Donato Carrisi è il terzo volume della serie con protagonista Pietro Gerber, ipnotista infantile noto come “l’addormentatore di bambini”. Pubblicato nel 2022 da Longanesi, questo thriller psicologico prosegue il viaggio nelle zone d’ombra della mente umana, mescolando suggestione, mistero e introspezione con elementi ai limiti del paranormale.

Il romanzo si apre con l’inquietante caso di Eva, una bambina di dieci anni affetta da agorafobia e perseguitata da un amico immaginario. L’apparente elemento fantastico diventa il punto di partenza per un’indagine introspettiva che coinvolge direttamente lo stesso Gerber. Carrisi propone ancora una volta una narrazione densa di suspense, spingendo il lettore a interrogarsi sul confine labile tra immaginazione e realtà. Tuttavia, le numerose incongruenze rispetto ai romanzi precedenti e alcune scelte narrative discutibili ne indeboliscono l’impatto complessivo.

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La casa delle luci
  • Carrisi, Donato (Author)

Biografia dell’autore

Donato Carrisi è uno degli autori di thriller italiani più noti a livello internazionale. Nato nel 1973 a Martina Franca, si è laureato in giurisprudenza con specializzazione in criminologia e scienza del comportamento. Il suo esordio letterario avviene nel 2009 con Il suggeritore, vincitore del Premio Bancarella e primo di una lunga serie di successi editoriali. Oltre a essere scrittore, Carrisi è sceneggiatore e regista. Tra le sue opere più conosciute: Il tribunale delle anime, L’uomo del labirinto, Io sono l’abisso e la serie di Pietro Gerber.

La sua formazione criminologica e la lunga esperienza nel mondo del cinema si riflettono in una narrazione visiva e psicologicamente densa. Con La casa delle luci, Carrisi tenta di chiudere alcuni archi narrativi aperti nei romanzi precedenti, cercando di coniugare tensione e introspezione.

Trama e analisi

In La casa delle luci, Pietro Gerber viene contattato da Maja Salo, ragazza alla pari finlandese, che chiede il suo aiuto per Eva, una bambina di dieci anni che vive isolata in una villa sulla collina fiorentina. La bambina ha un inquietante amico immaginario, che sembra conoscere segreti nascosti nella mente dello stesso Gerber. Le sedute di ipnosi con Eva riaprono una ferita del passato: un evento traumatico avvenuto nell’infanzia dello psicologo, quando a undici anni “morì” per alcuni secondi a seguito di un incidente domestico.

La trama si sviluppa attraverso flashback, ipnosi, visioni e racconti del passato, e conduce il lettore nel cuore di un trauma dimenticato. L’elemento del “bambino senza volto” si carica progressivamente di significati simbolici e psicologici, fino a fondersi con i ricordi rimossi del protagonista. La scrittura è fluida, con capitoli brevi e un ritmo che alterna introspezione e suspense. Non mancano colpi di scena, alcuni più efficaci, altri eccessivamente costruiti.

I temi principali includono:

  • il trauma infantile e la sua rimozione
  • il potere dell’ipnosi e della suggestione
  • la percezione alterata della realtà
  • la sottile linea tra mente e spirito

Tuttavia, alcuni punti deboli emergono nella gestione della continuità narrativa. I lettori più attenti hanno segnalato diverse incongruenze con i romanzi precedenti della serie, in particolare rispetto all’incidente infantile di Pietro e alla villa di Porto Ercole, fulcro della narrazione attuale ma assente dai ricordi precedenti. Tali scelte alimentano il dubbio che Carrisi stia scrivendo senza una progettazione coerente dell’universo narrativo.

Il personaggio di Gerber è ben caratterizzato, sempre più fragile e tormentato, ma coerente con la sua evoluzione lungo la trilogia. Interessante anche l’inserimento della figura paterna, il signor B., che torna come ombra costante del passato.

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  • Carrisi, Donato (Author)

Analisi del contesto editoriale

Nel panorama della letteratura thriller italiana, Carrisi è una figura di spicco grazie alla sua capacità di fondere suspense, psicologia e mistero. Tuttavia, rispetto ad altri autori come Jean-Christophe Grangé o Gianrico Carofiglio, Carrisi si distingue per la costante incursione nell’irrazionale e nel metafisico.

La casa delle luci si colloca in un filone narrativo ormai consolidato per Carrisi, dove ogni volume della serie “Le case” cerca di esplorare un aspetto nascosto della mente. A differenza dei primi volumi, qui il peso della componente soprannaturale è più marcato e rischia di spostare il genere verso un thriller gotico-filosofico piuttosto che psicologico puro. Questo lo distingue dai primi romanzi della serie, come La casa delle voci, più aderente alla tensione realistica.

Per quanto riguarda il target di lettori, La casa delle luci è pensato per un pubblico fedele alla serie, che apprezza trame introspettive e riflessive, con colpi di scena e un sottotesto emotivo profondo. Tuttavia, chi cerca thriller investigativi classici potrebbe trovarlo dispersivo e poco incisivo.

Valutazione critica

Tra i pregi del romanzo si segnalano:

  • una scrittura fluida e ben costruita
  • la forte componente emotiva e psicologica
  • un finale più coerente rispetto ai volumi precedenti
  • l’efficace uso dell’ipnosi come motore narrativo

I principali difetti riguardano:

  • le incongruenze con gli altri romanzi della serie
  • la gestione talvolta artificiosa del mistero
  • l’abuso del meccanismo dell’“amico immaginario”
  • un uso eccessivo di spiegazioni ex post che risolvono la trama in modo affrettato

Il valore culturale dell’opera è in linea con gli altri lavori di Carrisi: si tratta di una narrativa di consumo, ma con ambizioni tematiche che sollevano riflessioni interessanti sul subconscio, la percezione e la memoria. La leggibilità è elevata, il lessico è accessibile ma mai banale.

Conclusione

La casa delle luci è un romanzo che piacerà a chi ha apprezzato gli altri capitoli della serie e cerca una lettura ricca di colpi di scena, introspezione e atmosfere disturbanti. Pur con difetti strutturali e alcune scelte narrative discutibili, rimane un thriller godibile e ben scritto. Ideale per lettori affascinati dalle dinamiche della mente, dalla psicologia infantile e dai confini sfumati tra sogno e realtà.

Consigliato a chi ama i thriller psicologici con tinte oscure e a chi ha seguito la serie fin dal primo volume.

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