Recensione La Casa senza ricordi – Donato Carrisi

Recensione La Casa senza ricordi - Donato Carrisi

La casa senza ricordi di Donato Carrisi, pubblicato da Longanesi nel 2021, rappresenta il secondo capitolo della serie dedicata a Pietro Gerber, il cosiddetto “addormentatore di bambini”. Dopo il successo de La casa delle voci, l’autore ripropone il suo protagonista in un nuovo enigma psicologico, denso di suspense e misteri irrisolti. Il romanzo si inserisce nel genere thriller psicologico, ma con una crescente inclinazione verso il misterioso e il paranormale, tratto ormai sempre più distintivo della produzione recente di Carrisi.

Ambientato tra i boschi del Mugello e le strade notturne di Firenze, La casa senza ricordi si apre con il ritrovamento di un bambino muto e smemorato, Nico, che viene affidato a Gerber nella speranza che la sua ipnosi possa risvegliarne la coscienza. Quello che emergerà, tuttavia, va ben oltre le aspettative: un intricato racconto che non appartiene al bambino, ma a qualcun altro. La promessa di un mistero affascinante è forte, ma il risultato è un romanzo che divide e lascia molte domande aperte.

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La casa senza ricordi
  • Carrisi, Donato (Author)

Biografia dell’autore

Donato Carrisi è uno degli autori più noti nel panorama del thriller italiano contemporaneo. Nato nel 1973 a Martina Franca, ha esordito nel 2009 con Il suggeritore, romanzo pluripremiato e tradotto in tutto il mondo. La sua carriera si distingue per l’abile fusione tra suspense psicologica e indagine dell’animo umano, spesso arricchita da una vena di mistero che rasenta il soprannaturale.

Tra le sue opere più famose figurano Il tribunale delle anime, La ragazza nella nebbia (da cui ha tratto anche un film) e L’uomo del labirinto. La serie su Pietro Gerber si inserisce in questo percorso autoriale, con l’obiettivo di sondare i recessi più oscuri della mente infantile attraverso lo strumento dell’ipnosi. La competenza tecnica di Carrisi si fonda anche su un’approfondita ricerca, come dimostrano le note e i riferimenti a professionisti della psichiatria e dell’ipnosi presenti nei suoi romanzi.

Trama e analisi

La storia si apre con un evento drammatico: il ritrovamento del dodicenne Nico nei pressi della Valle dell’Inferno, nei boschi del Mugello. Il bambino è in buone condizioni fisiche, ma non parla, non ricorda nulla e sembra privo di emozioni. La sua mente è chiusa, come una “casa senza ricordi”. Viene affidato a Pietro Gerber, ipnotista infantile, che riesce a trovare un innesco per aprire una breccia nella coscienza del ragazzo.

Tuttavia, la voce che emerge sotto ipnosi non è propriamente quella di Nico, e la storia che racconta non sembra appartenergli. Questo enigma si trasforma in una spirale sempre più complessa in cui appaiono figure inquietanti, come l’Affabulatore, e riferimenti oscuri a un passato irrisolto. Carrisi mescola elementi psicologici e narrativi in una tensione crescente, giocando con il lettore e sfidandolo a distinguere il vero dal falso.

I temi principali del romanzo includono la perdita dell’identità, la manipolazione mentale e la fragilità della memoria. La figura di Pietro Gerber è centrale: psicologo empatico ma tormentato, attraversa un momento personale difficile, segnato dalla separazione dalla moglie e dal distacco dal figlio. Questo influisce sul suo coinvolgimento nel caso, rendendolo vulnerabile e incline al dubbio.

Lo stile narrativo di Carrisi è scorrevole e incisivo, con capitoli brevi che mantengono alta l’attenzione. Tuttavia, diversi lettori hanno evidenziato una narrazione a tratti disomogenea, con troppe domande lasciate senza risposta e una struttura che sembra più preparare a un seguito che concludere una storia. La tensione iniziale non trova un degno compimento, e il finale aperto risulta più frustrante che intrigante.

La costruzione dei personaggi è uno dei punti deboli. Al di là di Gerber, gli altri protagonisti appaiono spesso piatti o stereotipati. Nico, nonostante la sua centralità, rimane un enigma più funzionale alla trama che figura a tutto tondo.

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La casa senza ricordi
  • Carrisi, Donato (Author)

Analisi del contesto editoriale

Rispetto ad altri titoli del genere, La casa senza ricordi si colloca in una zona ibrida tra thriller psicologico e fantasy mentale, dove l’elemento del soprannaturale è suggerito più che esplicitato. Carrisi prosegue nel suo percorso narrativo caratterizzato da atmosfere oniriche e labirintiche, simili a quelle di Shutter Island di Dennis Lehane o Inception di Christopher Nolan, ma con meno rigore logico.

Il romanzo richiama i toni e le dinamiche de La casa delle voci, ma si presenta come un episodio di transizione, che non riesce a mantenere la forza narrativa del suo predecessore. In confronto ad altri lavori dello stesso autore, come Il suggeritore, la profondità emotiva e l’impatto narrativo risultano attenuati.

Dal punto di vista editoriale, il libro risponde all’esigenza di mantenere viva l’attenzione sulla serie di Gerber, inserendosi in una strategia di serializzazione molto frequente nel thriller moderno. Tuttavia, la mancanza di una vera conclusione rischia di compromettere la soddisfazione del lettore, specialmente in un contesto competitivo dove la fidelizzazione non può prescindere dalla qualità narrativa.

Valutazione critica

Tra i pregi del romanzo si possono citare:

  • La scrittura fluida e coinvolgente
  • L’interessante utilizzo dell’ipnosi come dispositivo narrativo
  • L’atmosfera sospesa e inquietante

Tuttavia, i difetti risultano prevalenti:

  • Finale aperto e poco soddisfacente
  • Personaggi secondari debolmente sviluppati
  • Incongruenze narrative e soluzioni forzate
  • Mancanza di veri colpi di scena memorabili

L’impatto culturale del romanzo è contenuto, anche se la scelta di affrontare tematiche come l’abuso, la memoria repressa e la manipolazione mentale ha un certo peso. La leggibilità è alta, ma la qualità della costruzione narrativa non è all’altezza delle aspettative. La casa senza ricordi appare come un libro scritto più per riempire un tassello nella serie che per offrire un’esperienza compiuta.

Conclusione

La casa senza ricordi di Donato Carrisi è un thriller che parte con un’idea intrigante ma che fatica a mantenere coerenza e intensità lungo tutta la narrazione. Nonostante uno stile elegante e una premessa potente, il romanzo si perde in un intreccio confuso e in un epilogo insoddisfacente.

Raccomandato solo ai fan più fedeli della serie di Pietro Gerber o a chi è disposto ad affrontare un’opera di transizione in attesa di un seguito più solido.

Se cerchi un thriller psicologico con forti tinte oniriche e sei disposto a tollerare finali aperti, La casa senza ricordi potrebbe incuriosirti. Ma non aspettarti le stesse emozioni dei primi romanzi di Carrisi.

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