Il treno dei bambini di Viola Ardone, pubblicato nel 2019 da Einaudi, è un romanzo di formazione intenso e toccante, ambientato nell’Italia del dopoguerra. Il libro si inserisce nel genere narrativa storica contemporanea, ed è stato finalista al Premio Wondy per la letteratura resiliente 2021. La storia prende spunto da un fatto realmente accaduto: i cosiddetti “treni della felicità”, organizzati dal Partito Comunista Italiano e dall’Unione Donne Italiane per sottrarre i bambini meridionali dalla miseria portandoli temporaneamente presso famiglie del Nord. Il romanzo racconta questa esperienza attraverso gli occhi di Amerigo Speranza, un bambino di sette anni dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Il suo viaggio, e la separazione dalla madre Antonietta, diventa il simbolo universale del crescere, dell’abbandono e della costruzione dell’identità.
Con uno stile brillante e profondamente umano, Ardone costruisce un racconto che va ben oltre il semplice intreccio narrativo, offrendoci una riflessione potente sulla povertà, l’amore materno e la capacità di reinventarsi. È una storia che emoziona e lascia il segno, facendo luce su una pagina poco nota della storia italiana.
Biografia dell’autrice
Viola Ardone è una scrittrice e docente di lettere nata a Napoli nel 1974. Dopo aver pubblicato due romanzi con case editrici minori, ha ottenuto il successo nazionale e internazionale con Il treno dei bambini, che è stato tradotto in oltre venti lingue e distribuito in più di trenta paesi. Oltre al successo editoriale, Ardone ha ricevuto importanti riconoscimenti ed è stata elogiata per la sua capacità di coniugare impegno civile e profondità psicologica nei suoi racconti. Tra le sue opere più note vi è anche Oliva Denaro, altro romanzo storico che affronta tematiche femminili e sociali con grande sensibilità. La sua formazione umanistica e la profonda conoscenza del tessuto storico e culturale italiano si riflettono pienamente nella scrittura accurata e coinvolgente del romanzo.
Trama e analisi
Il treno dei bambini è ambientato nel 1946, in un’Italia lacerata dalla guerra, e racconta il viaggio di Amerigo Speranza, un bambino napoletano di sette anni, che sale su uno dei treni organizzati per portare i piccoli meridionali nel Nord Italia. Lo scopo è permettere loro di vivere per qualche mese lontano dalla fame e dalla miseria.
Il romanzo è narrato in prima persona dal protagonista, con un linguaggio che mescola dialetto e italiano e che riflette perfettamente il suo sguardo infantile e ingenuo. La scelta stilistica risulta estremamente efficace nel rendere autentica la voce di Amerigo e nel farci percepire le sue emozioni più intime.
Durante il suo soggiorno in Emilia Romagna, ospitato da Derna e successivamente dalla famiglia Benvenuti, Amerigo scopre un mondo completamente nuovo: cibo a sufficienza, affetto, scuola e soprattutto la musica, che diventerà una passione travolgente. Ma il ritorno a casa si rivela traumatico: la madre Antonietta, segnata dalla durezza della vita, non riesce più a comunicare con il figlio cambiato. L’incomprensione e la frustrazione porteranno Amerigo a una scelta estrema: lasciare di nuovo Napoli per inseguire il sogno di una vita migliore.
Uno dei temi portanti del romanzo è la separazione. La dolorosa rinuncia della madre, che cede temporaneamente il figlio per garantirgli un futuro, è speculare alla lacerazione che Amerigo vive nel dover abbandonare la sua infanzia e la sua città. Un’altra tematica fondamentale è quella del doppio senso di appartenenza: Amerigo si sente straniero sia a casa sua che nella nuova realtà, e dovrà costruirsi una nuova identità su queste fratture.
Tra i personaggi secondari spiccano Derna, donna sola e forte, che incarna un materno alternativo, e Antonietta, figura controversa e drammatica, madre biologica incapace di esprimere affetto ma che non smette mai di pensare al figlio. Entrambe offrono due modelli opposti di femminilità e genitorialità.
Con delicatezza e potenza, Ardone affronta temi come la povertà, la resilienza, la memoria, il senso di colpa e il desiderio di riscatto, portando il lettore a riflettere su ciò che davvero significa crescere.
Analisi del contesto editoriale
Il romanzo si colloca nel filone della narrativa storica e sociale italiana contemporanea, accanto a opere di autori come Rosella Postorino o Valeria Parrella. Tuttavia, Il treno dei bambini si distingue per l’adozione di un punto di vista infantile, capace di raccontare con leggerezza apparente e profondità reale una vicenda storica complessa.
Rispetto ad altri romanzi ambientati nell’immediato dopoguerra, come La storia di Elsa Morante o Pane nero di Miriam Mafai, il testo di Ardone sceglie una prospettiva più intima e familiare, abbandonando la narrazione corale per concentrarsi su un’unica, memorabile voce narrante.
Il libro ha riscosso grande successo anche all’estero, segno di una tematica universale: l’infanzia violata dalla povertà, la necessità del distacco per sopravvivere, e il bisogno di essere visti e amati. Il pubblico di riferimento è molto ampio: dai lettori interessati alla storia sociale italiana, agli appassionati di romanzi di formazione e a chi cerca narrazioni capaci di commuovere senza scadere nel patetico.
Valutazione critica
Punti di forza:
- La scelta della voce narrante in prima persona, che conferisce autenticà e immediatezza.
- L’ambientazione storica accurata e vivida.
- Il bilanciamento perfetto tra dramma e tenerezza.
- Personaggi ben costruiti e memorabili.
Punti deboli:
- La parte finale, ambientata cinquant’anni dopo, appare meno potente rispetto al resto del romanzo e potrebbe risultare affrettata a livello narrativo.
- Alcune dinamiche familiari potevano essere approfondite con più dettaglio.
Nel complesso, Il treno dei bambini rappresenta una delle voci più interessanti della narrativa italiana contemporanea. Il romanzo ha una forte valenza letteraria e civile, e può essere letto a più livelli: come romanzo di formazione, come ricostruzione storica, ma anche come indagine psicologica.
La scrittura di Ardone è limpida, coinvolgente e spesso poetica. La scelta di rappresentare la realtà attraverso lo sguardo di un bambino permette di cogliere contrasti e paradossi con una forza straordinaria.
Conclusione
Il treno dei bambini di Viola Ardone è un romanzo profondo e commovente, capace di parlare al cuore e alla mente del lettore. Con sensibilità e intelligenza, l’autrice ci invita a riflettere sulla povertà, sulla resilienza e sull’importanza dei legami affettivi.
Consigliato a chi ama le storie vere, a chi cerca un libro coinvolgente e autentico, e a chi desidera riscoprire una pagina dimenticata della nostra storia recente. Un romanzo da leggere, da rileggere, da far leggere.