Recensione di “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino

Le assaggiatrici di Rosella Postorino, pubblicato da Feltrinelli nel 2018, è un romanzo che unisce introspezione psicologica, ambientazione storica e una riflessione profonda sull’ambiguità morale. Collocato nell’autunno del 1943, durante i mesi più cupi della Seconda guerra mondiale, il libro narra la vicenda di Rosa Sauer, una giovane berlinese costretta a diventare assaggiatrice ufficiale del Führer. Il genere del romanzo è narrativa storica contemporanea, ispirata a eventi realmente accaduti, e poggia su un solido impianto realistico, anche se l’approccio è romanzato e filtrato dal punto di vista soggettivo della protagonista.

Con questo romanzo, Postorino esplora un episodio poco noto della storia tedesca, quello delle donne incaricate di testare il cibo destinato ad Adolf Hitler, per scongiurare eventuali avvelenamenti. Le assaggiatrici si impone fin dalle prime pagine come una lettura intensa e disturbante, in cui il nutrimento si intreccia alla minaccia della morte. Tra le righe si cela una domanda cruciale: quanto può valere una vita, quando sopravvivere è l’unica scelta possibile?

Biografia dell’autrice

Rosella Postorino, nata a Reggio Calabria nel 1978, è cresciuta in Liguria e vive a Roma. La sua carriera letteraria inizia nel 2004 con un racconto pubblicato in un’antologia Einaudi, ma il suo vero debutto avviene con il romanzo La stanza di sopra (Neri Pozza, 2007), vincitore del Premio Rapallo Carige Opera Prima. Seguono L’estate che perdemmo Dio (2009) e Il corpo docile (2013), romanzi che consolidano la sua reputazione di scrittrice attenta ai temi dell’identità e della fragilità umana.

Con Le assaggiatrici, Postorino ottiene il Premio Campiello 2018 e altri riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Premio Rapallo per la donna scrittrice. L’autrice ha saputo trasformare una lacuna biografica — la morte di Margot Wölk, l’assaggiatrice a cui voleva ispirarsi — in un’opportunità narrativa, immaginando una protagonista complessa, sospesa tra colpa e desiderio, tra sopravvivenza e complicità.

Trama e analisi

Il romanzo si apre con Rosa Sauer che, affamata e impaurita, prende posto in una grande stanza bianca dove consumerà i pasti destinati a Hitler. Insieme a lei, altre nove donne: Ulla, Beate, Leni, Elfriede, Heike, Augustine, Theodora, Sabine e Gertrude. Siamo a Gross-Partsch, nei pressi della Tana del Lupo, quartier generale segreto del Führer. Rosa è da poco fuggita da Berlino e si rifugia dai suoceri, mentre il marito Gregor è disperso sul fronte russo. Quando viene selezionata dalle SS per diventare un’assaggiatrice, la sua vita cambia radicalmente.

Ogni giorno Rosa rischia la morte mangiando cibo che potrebbe essere avvelenato. Eppure, tra la paura e l’inedito privilegio di una tavola imbandita mentre il resto della Germania patisce la fame, nasce una comunità fragile e pericolosa tra le assaggiatrici. Le dinamiche di gruppo oscillano tra sospetto, complicità e tensione. Il punto di svolta narrativo è l’arrivo del tenente Ziegler, ufficiale delle SS, con cui Rosa instaura un rapporto ambiguo e intensamente emotivo, specchio della sua lotta interiore tra bisogno d’amore e senso di colpa.

Il romanzo affronta temi universali come:

  • La sopravvivenza e la colpa: Rosa si interroga costantemente sul prezzo da pagare per restare in vita.
  • Il ruolo della donna in tempo di guerra: pur lontane dal fronte, le assaggiatrici sono esposte a un tipo di violenza più subdola e quotidiana.
  • La banalità del male: la Postorino suggerisce come anche atti apparentemente neutri — come mangiare — possano diventare strumenti di potere e sopraffazione.

Lo stile narrativo è scarno ma potente, essenziale ma denso di significati. Le frasi brevi, quasi spezzate, ricordano l’ansia e l’instabilità della protagonista. La voce in prima persona di Rosa consente al lettore un accesso diretto al suo mondo interiore, fatto di pulsioni contrastanti, sensi di colpa, desiderio di maternità e bisogno di essere riconosciuta.

Le metafore alimentari si intrecciano a quelle emotive: il cibo, veicolo di nutrimento, diventa anche simbolo di pericolo e sottomissione. Rosa è al tempo stesso carnefice e vittima, soggetto e oggetto di un sistema più grande di lei.

Analisi del contesto editoriale

Le assaggiatrici si inserisce in un filone sempre più ricco di narrativa storica al femminile, che mira a restituire voce a figure dimenticate dalla grande Storia. Rispetto a romanzi simili come Suite francese di Irène Némirovsky o Il diario di Helga di Helga Weiss, il testo di Postorino non si concentra sull’evento bellico in sé, ma sulle sue ripercussioni psicologiche e sociali su individui comuni, soprattutto donne.

Diversamente dalle sue precedenti opere, in cui dominavano tematiche esistenziali più contemporanee, con Le assaggiatrici l’autrice compie una svolta verso il romanzo storico, pur mantenendo intatta la sua attenzione per l’interiorità dei personaggi. Lo stile asciutto, quasi cinematografico, riflette le tendenze della narrativa moderna, sempre più orientata a mescolare documentazione e immaginazione.

Il libro si rivolge a lettori appassionati di romanzi introspettivi, ma anche a chi cerca narrazioni ambientate nella Seconda guerra mondiale con un punto di vista originale. La figura femminile, fragile ma resiliente, lo rende adatto anche a chi apprezza storie di emancipazione e resistenza silenziosa.

Valutazione critica

Le assaggiatrici è un romanzo che si distingue per la ricercatezza tematica e la forza dell’impianto narrativo. Tra i suoi principali pregi:

  • La capacità di dare voce all’ambiguità morale, senza giudizi né indulgenze;
  • Una protagonista ben costruita, credibile nelle sue contraddizioni;
  • Uno stile sobrio ma efficace, in cui ogni parola sembra ponderata;
  • La scelta di un episodio storico poco noto, trattato con originalità.

Tuttavia, il libro non è privo di difetti. Alcuni lettori potrebbero trovare:

  • Una certa monotonia nelle sequenze narrative, soprattutto nella parte centrale;
  • Un finale percepito come troppo rapido rispetto alla profondità del resto della narrazione;
  • Una caratterizzazione secondaria dei personaggi talvolta sacrificata, data la presenza di molte figure femminili.

Nel complesso, Le assaggiatrici rappresenta un’opera matura e significativa, capace di esplorare con coraggio la zona grigia dell’animo umano. Il suo impatto sul lettore è duraturo, lasciando una domanda aperta: “Cosa avremmo fatto noi al posto di Rosa?”

Conclusione

Le assaggiatrici di Rosella Postorino è un romanzo intenso, coinvolgente, in cui storia e introspezione si intrecciano in modo raffinato. Lontano dai cliché della narrativa storica, il libro pone al centro la voce di una donna costretta a una scelta impossibile: vivere ogni giorno sotto la minaccia della morte per garantire la sopravvivenza di un dittatore.

La scrittura essenziale, l’atmosfera claustrofobica e l’introspezione della protagonista rendono questa lettura ideale per chi cerca una riflessione etica e umana sulla guerra e sulla sopravvivenza. Consigliato a lettori appassionati di narrativa storica, romanzi psicologici e letteratura al femminile.