“Il dio dei boschi” di Liz Moore, pubblicato in Italia da NN Editore nel 2024, è un romanzo che unisce magistralmente thriller psicologico e dramma familiare, ambientato negli affascinanti e inquietanti monti Adirondack. In una narrazione densa e stratificata, l’autrice americana ci conduce nel cuore di un mistero che attraversa decenni e ci mette di fronte alle contraddizioni della ricchezza, della famiglia e del dolore. Al centro della storia vi è la scomparsa di Barbara Van Laar, un’adolescente proveniente da una famiglia influente e potente. Ma dietro questo evento si celano segreti sepolti, vecchie ferite e dinamiche oppressive che Moore esplora con uno stile elegante e penetrante. Non è solo un giallo da leggere d’un fiato: è un viaggio emotivo e intellettuale che lascia un segno profondo.
Biografia dell’autrice
Liz Moore è una scrittrice e musicista statunitense. Insegna Scrittura Creativa presso la Temple University di Philadelphia. Il suo esordio in Italia è avvenuto con I cieli di Philadelphia (2020), seguito da Il mondo invisibile (2021) e Il peso (2022), romanzi che hanno evidenziato la sua capacità di trattare tematiche complesse con uno stile raffinato e profondo. Con Il dio dei boschi, Moore conferma il suo talento, conquistando la critica internazionale: il romanzo è stato incluso da Barack Obama tra i migliori dell’anno e selezionato per il Summer Book Club di Jimmy Fallon, oltre ad aver ottenuto un notevole successo commerciale e di pubblico.
Trama e analisi
Ambientato nell’estate del 1975, Il dio dei boschi racconta la scomparsa di Barbara Van Laar dal Camp Emerson, un campo estivo di lusso fondato dai suoi genitori nel cuore dei boschi delle Adirondack. La notizia sconvolge la comunità, soprattutto perché quattordici anni prima un’altra tragedia aveva colpito la famiglia: la scomparsa del fratello Bear, mai risolta.
A condurre le indagini è Judyta Luptack, giovane e acuta investigatrice, che si trova a districare una rete di bugie, traumi e relazioni corrotte. La sua prospettiva si alterna a quella di altri personaggi, come Tracy, unica amica di Barbara, Louise, la coordinatrice del campo, e Alice, madre fragile e segnata dal lutto.
La narrazione alterna due piani temporali, 1961 e 1975, costruendo un intreccio sapientemente architettato, dove ogni rivelazione getta nuova luce sugli eventi. L’indagine si muove come un percorso nei boschi: tortuoso, incerto, ma carico di scoperte. Il romanzo esplora temi come il potere, il privilegio, la violenza psicologica e la ricerca dell’identità.
Il bosco diventa un personaggio a sé, simbolo di libertà ma anche di pericolo e perdita. Barbara stessa è una figura di rottura: sfida le regole della famiglia patriarcale, si ribella ai doveri imposti e cerca, nei suoi gesti e nelle sue scelte, di ritrovare se stessa.
Moore sviluppa ogni personaggio con cura: Bear, il fratello disperso, rappresenta il trauma irrisolto; Alice, madre distrutta ma incapace di reagire, è vittima di un contesto sociale opprimente; Tracy, l’amica, è testimone e portatrice di un segreto centrale nella vicenda. Ogni figura è sfaccettata, reale, umanissima. Il linguaggio è lirico, a tratti contemplativo, ricco di descrizioni naturalistiche e riflessioni psicologiche.
Analisi del contesto editoriale
Il dio dei boschi si inserisce perfettamente nella produzione contemporanea di thriller psicologici d’autore, accanto a opere come La ragazza del treno di Paula Hawkins o L’amica geniale in chiave noir. Tuttavia, Liz Moore si distingue per l’attenzione alla profondità psicologica e sociale, non limitandosi alla costruzione della suspense. Rispetto ai suoi romanzi precedenti, Il dio dei boschi amplifica il respiro narrativo e coinvolge più personaggi, offrendo un affresco corale di una società in declino morale.
Il romanzo risponde anche alla crescente richiesta di storie immersive ma significative, capaci di coniugare intrattenimento e riflessione. In particolare, parla a un pubblico trasversale: appassionati di noir, lettori di letteratura contemporanea, interessati a temi femminili e generazionali.
Valutazione critica
I pregi del romanzo sono molteplici: una prosa raffinata e densa, una costruzione narrativa impeccabile, una caratterizzazione realistica e commovente dei personaggi. Liz Moore dimostra una capacità rara di bilanciare tensione narrativa e introspezione psicologica, in un romanzo che non si limita a risolvere un enigma, ma vuole comprendere l’animo umano.
Tra i pochi difetti, si potrebbe segnalare un ritmo talvolta dilatato e poco adatto ai lettori in cerca di una lettura “tutta d’un fiato”. Alcuni passaggi, soprattutto descrittivi, richiedono attenzione e pazienza, ma sono parte integrante della bellezza dell’opera.
Nel complesso, Il dio dei boschi è un libro profondamente umano, inquieto, affilato, che affronta temi attuali con una delicatezza rara. Il suo valore letterario è elevato, così come quello emotivo: è difficile uscire indenni dalla lettura.
Conclusione
Con Il dio dei boschi, Liz Moore firma un romanzo intenso e stratificato, capace di tenere il lettore incollato alle pagine pur proponendo un ritmo riflessivo e meditato. È un thriller dell’anima, dove il mistero serve a scavare nelle radici più oscure dell’essere umano.
Consigliato a chi cerca una lettura profonda e coinvolgente, agli amanti del thriller psicologico e a chi apprezza la letteratura di qualità, che sa unire emozione, pensiero e bellezza stilistica. Un romanzo da leggere, ricordare e consigliare.
“Il dio dei boschi” di Liz Moore non è solo un giallo. È una radura di verità in un bosco di menzogne.