Con L’uomo del labirinto, pubblicato da Longanesi nel 2017, Donato Carrisi firma un altro inquietante thriller psicologico che si muove tra le zone oscure della mente e della memoria. L’autore italiano, maestro del genere, ci trascina in un incubo sospeso tra allucinazione e realtà, proponendo una vicenda disturbante e affascinante allo stesso tempo. Ambientato in un contesto distopico – un futuro imprecisato segnato da un caldo insopportabile che ha ribaltato i ritmi della società – il romanzo ruota attorno alla misteriosa ricomparsa di Samantha Andretti, una donna che riemerge dopo quindici anni di prigionia. Carrisi fonde elementi di psicologia forense, tensione narrativa e atmosfere noir in una storia che si insinua lentamente nella psiche del lettore, per poi esplodere in un finale tanto spiazzante quanto divisivo.
Biografia dell’autore
Donato Carrisi, nato a Martina Franca nel 1973, si è affermato come uno dei più importanti scrittori italiani di thriller a livello internazionale. Laureato in giurisprudenza con specializzazione in criminologia e scienza del comportamento, ha esordito nel 2009 con Il suggeritore, romanzo pluripremiato che ha dato il via alla serie con protagonista Mila Vasquez. Carrisi è anche sceneggiatore per il cinema e la televisione e ha esordito come regista con La ragazza nella nebbia, tratto dal suo omonimo romanzo. Con L’uomo del labirinto, ha scritto il soggetto e diretto anche l’adattamento cinematografico, consolidando la sua posizione come autore capace di trasportare le sue atmosfere cupe su più media.
Trama e analisi
La vicenda si apre con il ritrovamento di Samantha Andretti, scomparsa quindici anni prima mentre si recava a scuola. Ora, ventottenne, viene trovata in stato confusionale, con una gamba rotta e senza memoria coerente del tempo passato in cattività. Viene affidata al dottor Green, profiler esperto nel sondare la psiche delle vittime. Parallelamente, l’investigatore privato Bruno Genko, malato terminale, riapre il caso mosso dal desiderio di redenzione per non aver trovato Samantha al tempo della scomparsa.
Il cuore del romanzo è il labirinto, non solo quello fisico descritto nei ricordi allucinati di Samantha, ma anche quello mentale in cui si muovono vittima, carnefice e investigatori. Il misterioso “Uomo del Labirinto” diventa simbolo del male insondabile, mentre l’identità del mostro resta elusiva fino all’ultima pagina. La narrazione si alterna tra le voci di Genko e di Green, costruendo una tensione costante.
I temi trattati includono:
- La manipolazione mentale e la dissociazione tra realtà e illusione;
- Il senso di colpa e la ricerca della redenzione (Genko);
- La resilienza e la sopravvivenza in condizioni estreme (Samantha);
- L’ambiguità del male, mai del tutto identificabile o circoscrivibile.
Il ritmo è serrato, con capitoli brevi e cliffhanger calibrati, ma a differenza di altri romanzi di Carrisi, L’uomo del labirinto è meno lineare. L’autore spinge il lettore in una spirale onirica e simbolica, dove l’interpretazione si fa più complessa, soprattutto nel controverso finale, che non offre risposte chiare ma lascia spazio al dubbio.
Analisi del contesto editoriale
Rispetto ad altre opere di Carrisi, L’uomo del labirinto si distingue per la sua componente più psicologica e visionaria. Pur mantenendo i tratti del thriller investigativo, l’autore spinge sull’onirico e sull’allegorico, ricordando atmosfere alla Shutter Island. Il romanzo non appartiene direttamente al ciclo di Mila Vasquez, ma ne richiama alcuni elementi, soprattutto nel modo in cui tratta il tema dell’identità e del trauma.
Nel panorama del thriller italiano contemporaneo, Carrisi si conferma un autore di riferimento, capace di mescolare thriller puro, noir psicologico e riflessione socioculturale. L’uomo del labirinto si inserisce nella tendenza più recente della letteratura di genere a contaminarsi con elementi di distopia e horror psicologico.
Il libro è stato accolto positivamente dalla critica per la sua struttura narrativa complessa, anche se alcuni lettori hanno lamentato un eccesso di ambiguità nel finale. Il target di riferimento resta il lettore appassionato di thriller sofisticati, che non ha paura di confrontarsi con narrazioni disturbanti e finali aperti.
Valutazione critica
Pregi:
- Narrazione coinvolgente e struttura a doppio binario;
- Buon equilibrio tra introspezione e azione;
- Atmosfere cupe rese con efficacia;
- Ottima costruzione della suspense.
Difetti:
- Finale eccessivamente criptico e, per alcuni, deludente;
- Personaggi secondari poco approfonditi;
- Meno accessibile rispetto ad altri romanzi dell’autore.
Il valore letterario è indiscutibile all’interno del genere thriller. Carrisi riesce a indagare la natura del male e della mente umana con uno stile preciso e riconoscibile. Tuttavia, L’uomo del labirinto potrebbe risultare meno soddisfacente per chi cerca una chiusura netta della vicenda o spiegazioni razionali.
La leggibilità resta alta, ma richiede attenzione e propensione alla decodifica simbolica. È un romanzo che spinge il lettore a interrogarsi più che a trovare risposte.
Conclusione
L’uomo del labirinto di Donato Carrisi è un thriller psicologico raffinato, perturbante e stratificato, che esplora la mente umana con toni oscuri e un’estetica disturbante. La struttura narrativa ipnotica e i personaggi tormentati offrono al lettore un’esperienza intensa, anche se non priva di criticità, in particolare nel finale enigmatico.
È una lettura consigliata a chi ama i thriller cerebrali, con elementi psicologici forti e uno stile narrativo capace di sorprendere. Per chi cerca colpi di scena classici e risposte chiare, potrebbe risultare frustrante. Ma per gli amanti del genere, L’uomo del labirinto rappresenta un tassello importante nella produzione di Carrisi e un esempio audace di thriller contemporaneo.
Consigliato a: lettori di thriller psicologici, appassionati di storie disturbanti, amanti di Carrisi.
Non consigliato a: chi predilige trame lineari e finali espliciti.