Pubblicato nel 2023 da Feltrinelli, Il cognome delle donne è il romanzo d’esordio di Aurora Tamigio, una voce nuova e sorprendente della narrativa contemporanea italiana. Ambientato in Sicilia, tra i primi del Novecento e gli anni Ottanta, questo libro si inserisce nel filone della saga familiare al femminile, con forti accenti storici e sociali.
La protagonista originaria, Rosa Romito, è una giovane donna cresciuta in un paesino isolato e oppressivo, ma destinata a diventare il fulcro di un racconto multigenerazionale che attraversa decenni di trasformazioni politiche, culturali e sociali. Il titolo del romanzo – Il cognome delle donne – rivela subito la tematica centrale: l’eredità femminile, in tutte le sue declinazioni, dal cognome alla capacità di resistere e rinascere. In un panorama editoriale saturo di storie simili, questo libro riesce a emergere per l’autenticità della narrazione, la forza dei personaggi e l’efficacia del contesto storico.
Biografia dell’autrice
Aurora Tamigio è una giornalista culturale e conduttrice radiofonica. Prima di approdare alla narrativa, ha collaborato con testate come ilLibraio, Il Foglio e Esquire, distinguendosi per uno stile fresco e profondo. Il cognome delle donne è il suo debutto nel panorama letterario, e ha riscosso immediato successo grazie alla sua capacità di fondere memoria, storia familiare e tematiche universali.
Pur alla prima pubblicazione narrativa, Tamigio dimostra una padronanza della scrittura notevole, costruendo un racconto ampio e stratificato che affronta senza retorica la condizione femminile nel contesto patriarcale del secolo scorso. Con questo romanzo ha ottenuto il plauso della critica e del pubblico, rivelandosi una penna promettente della nuova narrativa italiana.
Trama e analisi
All’origine del romanzo c’è Rosa Romito, nata nella Sicilia rurale di inizio Novecento. Cresciuta sotto un padre violento e tra fratelli autoritari, Rosa sviluppa fin da subito una natura ribelle, forte, resiliente: “di fiori che rispuntano sempre“, come il suo nome suggerisce. La sua svolta arriva nel 1925, quando incontra Sebastiano Quaranta, uomo senza famiglia, e dunque incapace di riprodurre la violenza patriarcale. Fugge con lui, lo sposa e apre un’osteria, dando inizio a un microcosmo familiare destinato a evolversi.
Rosa e Sebastiano hanno tre figli: Fernando, Donato (futuro sacerdote) e Selma, la più fragile, che sarà protagonista della seconda generazione femminile. Selma sposa Santi Maraviglia, detto “Santidivetro” per la sua pelle diafana, un uomo incapace di empatia, padre distratto e maschio dominatore. Il suo dominio sulla famiglia segna la rottura dell’equilibrio costruito da Rosa, e le sue figlie – Patrizia, Lavinia e Marinella – crescono tra sogni, ribellioni e limitazioni.
Temi principali del romanzo sono:
- La trasmissione dell’eredità femminile: non solo beni materiali, ma competenze, silenzi, segreti e forza interiore.
- Il patriarcato e le sue derive: dalla violenza esplicita al controllo legale e simbolico (come la questione del cognome).
- L’educazione e l’autodeterminazione: Patrizia lotta per studiare, Marinella sogna un futuro altrove, Lavinia cerca se stessa nella bellezza e nel desiderio.
Lo stile narrativo è avvolgente, con frequenti immersioni nei pensieri dei personaggi e un uso calibrato del dialetto siciliano, che dona autenticità senza appesantire la lettura. Il racconto è corale, ma ben organizzato in cinque sezioni, ciascuna dedicata a una delle donne protagoniste.
Il punto di forza del romanzo è proprio nella costruzione dei personaggi: Rosa incarna la forza originaria, Selma la vulnerabilità, Patrizia la rivolta, Lavinia il desiderio, Marinella l’apertura al nuovo. Attorno a loro ruotano figure maschili ben delineate, spesso fragili o ambivalenti: dal mite Sebastiano al debole Santi, passando per Donato e Peppino Incammisa.
Analisi del contesto editoriale
Il cognome delle donne si colloca nel solco delle saghe familiari al femminile, affiancandosi idealmente a opere come L’amica geniale di Elena Ferrante o Il treno dei bambini di Viola Ardone. Tuttavia, Tamigio evita il sensazionalismo e l’eccesso di simbolismi per concentrarsi su un realismo sobrio e coinvolgente, privilegiando la verità dei dettagli quotidiani.
Rispetto ad altri romanzi contemporanei ambientati nel Sud Italia, questo si distingue per l’assenza di stereotipi folcloristici e per un ritratto profondo e plurale della Sicilia, vista nella sua arretratezza ma anche nella sua bellezza. La struttura in cinque parti, che segue l’evoluzione storica e generazionale, rende il romanzo particolarmente adatto a un pubblico trasversale: dalle lettrici interessate alla narrativa di genere, ai lettori attratti dalle saghe storiche ben costruite.
Valutazione critica
Il cognome delle donne ha molti pregi letterari. In primo luogo, la credibilità dei personaggi: donne complesse, mai idealizzate, spesso contraddittorie. In secondo luogo, l’equilibrio tra narrazione storica e intimismo familiare: la Storia con la maiuscola fa da sfondo senza mai soffocare le vicende individuali. Infine, la scrittura sobria ma efficace, capace di evocare paesaggi, atmosfere e stati d’animo con naturalezza.
Tra i limiti si può citare una certa ripetizione di temi già presenti in molta narrativa contemporanea, e alcune semplificazioni nei passaggi tra le generazioni. Inoltre, alcuni eventi (come il menarca o il trauma post parto) sono trattati con toni a volte troppo simili a quelli di altri romanzi italiani recenti.
Tuttavia, il bilancio è ampiamente positivo. Il cognome delle donne offre una riflessione sottile sul ruolo della donna nella società patriarcale italiana del Novecento, ma senza trasformarsi in pamphlet ideologico. La leggibilità è alta, anche grazie a una prosa accessibile e a una struttura narrativa ben dosata.
Conclusione
Il cognome delle donne di Aurora Tamigio è un romanzo corale e intenso, che racconta con onestà la complessità dell’essere donna in un secolo difficile. Dalla Sicilia più arcaica agli anni Ottanta, seguiamo cinque protagoniste che affrontano discriminazioni, dolori e desideri, cercando ognuna una propria voce.
Il libro è consigliato a chi ama le saghe familiari, i romanzi storici, le storie di resilienza femminile, ma anche a chi vuole riscoprire una Sicilia lontana dai luoghi comuni. Una lettura che emoziona, fa riflettere e lascia il segno.