Rancore di Gianrico Carofiglio, pubblicato nel 2022 da Einaudi, è un romanzo giallo-giudiziario che mescola con maestria le tensioni di un’indagine con le profondità emotive della protagonista. Dopo La disciplina di Penelope, Carofiglio torna a dare voce a Penelope Spada, ex magistrato dal passato misterioso, ora improvvisata investigatrice privata. In questo secondo capitolo, la protagonista si ritrova coinvolta in un caso che metterà a nudo le sue ferite più intime e i contorni moralmente ambigui della verità giudiziaria. Con una scrittura essenziale e dialoghi incisivi, Rancore si impone come un’opera che travalica i confini del genere, proponendo una riflessione sulla colpa, la memoria e la redenzione.
Biografia dell’autore
Gianrico Carofiglio, ex magistrato e scrittore di successo, ha debuttato nella narrativa nel 2002 con Testimone inconsapevole, aprendo la celebre saga dell’avvocato Guerrieri. Tra i suoi riconoscimenti spiccano il Premio Bancarella, il Premio Strega Giovani e il Premio Campiello. Autore tradotto in oltre ventotto lingue, Carofiglio è apprezzato per l’equilibrio tra tensione narrativa, introspezione psicologica e accuratezza nei dettagli giuridici. Con Rancore, egli consolida il nuovo ciclo dedicato a Penelope Spada, dando vita a una figura femminile unica nella sua fragilità e nel suo coraggio.
Trama e analisi
La vicenda si apre con la morte improvvisa di Vittorio Leonardi, potente barone universitario milanese, il cui decesso viene archiviato come naturale. Ma la figlia, Marina, sospetta un omicidio e si rivolge a Penelope Spada, ex pubblico ministero caduta in disgrazia per motivi inizialmente non dichiarati.
L’indagine, apparentemente destinata al nulla, si complica: emergono eredità contese, dissapori familiari, un gruppo di potere occulto e verità sepolte. Penelope, nel tentativo di scoprire cosa si celi dietro la facciata del lutto, si troverà a confrontarsi con i fantasmi del suo passato.
I temi principali del romanzo ruotano attorno a:
- Il senso di colpa: Penelope è schiacciata da un errore passato che l’ha costretta a lasciare la magistratura.
- La ricerca della verità: più della punizione, ciò che le vittime cercano è la comprensione dei fatti.
- Il rancore come forza motrice: nascosto, persistente, corrosivo.
Lo stile narrativo di Carofiglio è asciutto, lineare, mai ridondante. I dialoghi sono realistici e densi, e l’autore applica la sua personale regola stilistica: “evitare le parole non necessarie”. La narrazione in prima persona rende Penelope un personaggio vivo, dalle molte sfaccettature: fragile, disillusa, ironica, ma anche dotata di un forte senso di giustizia.
Il romanzo è impreziosito da citazioni letterarie, riflessioni morali e spunti filosofici che lo rendono più di un semplice thriller. La tensione cresce con metodo, e anche se il colpevole potrebbe apparire intuibile, la costruzione logica dell’intreccio e la capacità di nascondere gli indizi fanno di Rancore un esempio efficace di giallo deduttivo.
Analisi del contesto editoriale
Rancore si inserisce nel filone del giallo italiano contemporaneo, ma se ne distingue per il suo approccio intimista e filosofico. A differenza delle opere della serie di Guido Guerrieri, questo romanzo punta su un protagonista femminile, costruito con grande sensibilità da una voce maschile.
Rispetto al precedente La disciplina di Penelope, questo secondo romanzo amplia e approfondisce il personaggio principale, svelando retroscena e sfumature che nel primo libro restavano in ombra.
Nella produzione di Carofiglio, Rancore rappresenta un esperimento riuscito di ibridazione tra legal thriller, romanzo psicologico e noir sociale. L’ambientazione milanese, il focus su dinamiche universitarie e l’uso di flashback creano un ponte con tendenze più europee che strettamente anglosassoni, pur mantenendo un respiro internazionale.
Il lettore tipo potrebbe essere lo stesso che ama Simenon o Fred Vargas: più interessato alla complessità dell’animo umano che alla mera risoluzione di un enigma.
Valutazione critica
Tra i pregi principali del romanzo si annoverano:
- La profondità psicologica della protagonista
- Una prosa pulita e incisiva
- L’intreccio coerente e ben costruito
- La capacità di riflettere sui temi della giustizia e della verità
Tra i limiti segnalati da alcuni lettori:
- Alcune parti risultano lievemente didascaliche nel trattare temi giuridici
- La trama principale è meno sorprendente rispetto ad altri romanzi dell’autore
Nonostante ciò, Rancore rappresenta un esempio solido di narrativa contemporanea capace di coniugare leggibilità e spessore. Il libro contribuisce a rafforzare il valore letterario di Carofiglio e apre interessanti prospettive per il futuro della serie.
Conclusione
Rancore di Gianrico Carofiglio è un romanzo che va oltre le aspettative del genere. Un giallo raffinato, sorretto da una protagonista memorabile, in cui l’indagine diventa pretesto per una discesa nell’animo umano e nelle sue contraddizioni.
Ideale per chi ama i legal thriller intelligenti, ma anche per i lettori in cerca di una narrazione profonda e ben costruita, Rancore si distingue per stile, coerenza e intensità emotiva. Un’opera consigliata a chi apprezza una lettura che intrattiene e, al contempo, fa riflettere.