Tatà di Valérie Perrin è un romanzo intenso, profondo e multilivello, pubblicato in Italia da Edizioni E/O nel 2024. Conosciuta per best seller come Cambiare l’acqua ai fiori e Tre, l’autrice francese torna con una nuova storia che affonda le radici nei legami familiari, nei ricordi e nei misteri del passato. Il romanzo si apre con un paradosso narrativo: la zia Colette, che tutti credevano morta da tre anni, viene ritrovata realmente deceduta. Da questo evento inizia un viaggio che è al contempo giallo, diario intimo, racconto di formazione e testimonianza generazionale. Valérie Perrin intreccia abilmente piani temporali, generi e voci, restituendo un romanzo corposo e delicato, capace di emozionare e far riflettere.
Biografia dell’autrice
Valérie Perrin, classe 1967, è una scrittrice, fotografa e sceneggiatrice francese. Il suo romanzo d’esordio Il quaderno dell’amore perduto ha ricevuto numerosi premi, ma è con Cambiare l’acqua ai fiori che ha conquistato il pubblico internazionale. Insieme a Claude Lelouch, suo compagno e regista di fama mondiale, ha collaborato alla sceneggiatura di vari film. Perrin è nota per il suo stile poetico e per l’attenzione ai personaggi femminili che vivono vite ai margini. La sua scrittura mette in luce la dignità del quotidiano e la resilienza nascosta nelle vite comuni. Tatà è il suo quarto romanzo, confermando la sua capacità di coniugare delicatezza e profondità.
Trama e analisi
Agnès Septembre, regista affermata in crisi creativa e reduce da un matrimonio fallito, riceve una telefonata che la lascia sconvolta: sua zia Colette è morta. Ma Colette è già morta tre anni prima. Chi è allora la donna sepolta a Gueugnon? Perché Colette ha inscenato la propria morte? Da queste domande nasce l’indagine di Agnès, che la porterà a rivivere i luoghi della sua infanzia, le amicizie perdute e i segreti familiari celati per decenni.
Nel cuore del mistero c’è una valigia piena di audiocassette: dodicimila minuti di registrazioni in cui Colette racconta la propria vita, le sue scelte, i dolori taciuti e l’amore inconfessato. Attraverso questi nastri, Agnès scopre la vera natura della zia, una donna silenziosa, calzolaia di mestiere e appassionata tifosa della squadra locale, il FC Gueugnon. Ma Colette non è solo questo: è custode di storie che intrecciano circhi degli orrori, sopravvissuti alla Shoah, amori nascosti e traumi familiari.
Valérie Perrin usa una struttura narrativa complessa: alterna la voce narrante di Agnès, il contenuto delle cassette, sceneggiature e flashback. Questo meccanismo restituisce la ricchezza di un romanzo corale, dove ogni personaggio ha una voce e una storia. L’opera riflette su temi universali come la memoria, la famiglia, la violenza, la resilienza femminile, e lo fa con grazia e intensità.
Il linguaggio è evocativo ma accessibile, spesso cinematografico. Le descrizioni trasformano oggetti quotidiani in simboli emotivi. Le audiocassette diventano il ponte tra passato e presente, tra chi c’è stato e chi c’è ancora. Agnès si confronta con il proprio vuoto esistenziale, e nel ricostruire la storia della zia ritrova se stessa.
Analisi del contesto editoriale
Tatà si inserisce nel filone della narrativa contemporanea francese che esplora la memoria e le relazioni familiari, accanto a opere di autori come Delphine de Vigan e Muriel Barbery. Rispetto ai romanzi precedenti della Perrin, Tatà presenta una struttura più articolata e una molteplicità di livelli narrativi. Se Cambiare l’acqua ai fiori ha colpito per la sua linearità emotiva, Tatà seduce con la sua complessità, pur rischiando talvolta di perdersi nei propri intrecci.
Il romanzo è adatto a lettori che apprezzano storie intime con tinte gialle, che cercano personaggi femminili sfaccettati e che non temono la densità narrativa. Il successo di Perrin testimonia l’interesse crescente per romanzi che parlano della vita comune con profondità e stile.
Valutazione critica
Tra i punti di forza del romanzo ci sono:
- la caratterizzazione profonda dei personaggi
- l’uso originale delle audiocassette come strumento narrativo
- la prosa elegante e visiva
- la capacità di far convivere leggerezza e dolore, realismo e poesia
I difetti riguardano:
- una certa ridondanza nella trama, con sottotrame che appesantiscono
- alcuni colpi di scena poco credibili
- un finale che potrebbe sembrare troppo forzato per alcuni lettori
Nonostante questo, Tatà resta un romanzo valido, sincero, generoso. È un’opera che lascia il segno, anche quando non convince fino in fondo.
Conclusione
Tatà è un romanzo che invita a rallentare, ad ascoltare, a riscoprire. Valérie Perrin ci offre una storia fatta di sussurri e rivelazioni, di ricordi e seconde possibilità. La scrittrice conferma il suo talento nel rendere straordinario il quotidiano e nel dare voce a chi la storia tende a dimenticare.
Consigliato a chi ama i romanzi familiari, le storie al femminile, le narrazioni che sanno far convivere il mistero con la poesia. Tatà ci ricorda che dietro ogni silenzio c’è una storia che merita di essere ascoltata.