Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito è l’ultimo saggio divulgativo di Aldo Cazzullo, pubblicato da HarperCollins nel 2024. L’opera affronta con uno stile accessibile e accattivante la storia millenaria di Roma, dalla sua fondazione mitologica fino alla trasformazione in impero cristiano. Il testo si colloca nel solco della divulgazione storica popolare, con una particolare attenzione a tracciare connessioni tra passato e presente.
Il volume è attraversato da un’affermazione provocatoria quanto suggestiva: “L’Impero romano non è mai caduto”. Questa iperbole introduce una riflessione sulle eredità culturali, politiche e linguistiche che Roma ha lasciato al mondo moderno. Cazzullo ci accompagna in un viaggio che collega Giulio Cesare a Napoleone, la Res publica al Senato odierno, e la pietas virgiliana alla coscienza civile contemporanea.
Biografia dell’autore
Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore piemontese, è uno dei volti più noti del giornalismo italiano. Editorialista del Corriere della Sera, è anche autore di numerosi saggi che spaziano dalla storia al costume, tra cui A riveder le stelle (2021) e Il posto degli uomini.
Conosciuto per la capacità di rendere accessibili argomenti complessi a un vasto pubblico, Cazzullo alterna passaggi narrativi a digressioni critiche, cercando sempre il legame tra eventi storici e contemporaneità. Il suo stile lo rende un riferimento nel panorama della divulgazione nazional-popolare, pur suscitando dibattiti per l’uso di generalizzazioni e di accenti talvolta enfatici. Quando eravamo i padroni del mondo è un ulteriore tassello del suo impegno nel raccontare la storia italiana e occidentale in modo avvincente e accessibile.
Trama e analisi
Struttura del saggio
Il libro si articola in due parti principali:
- La prima ripercorre in forma narrativa e cronologica le vicende dell’antica Roma, dalla leggenda di Enea e Romolo fino a Costantino.
- La seconda riflette sull’eredità culturale, politica e linguistica dell’Impero romano nella civiltà occidentale contemporanea.
Cazzullo adotta uno stile ibrido tra il racconto e l’affresco storico, con frequenti riferimenti a cinema, letteratura e attualità, alternando sintesi e aneddoti.
Temi principali
1. Continuità della romanità
Il leitmotiv è che Roma vive ancora. Cazzullo dimostra questa tesi mostrando come istituzioni, concetti politici (senato, repubblica, diritto), architettura e lingua abbiano radici romane. Anche i moderni imperi (americano, britannico) si sono ispirati all’archetipo romano.
2. Inclusività e cittadinanza
Uno dei punti chiave è l’idea che nell’Impero romano si potesse diventare cittadini senza badare al colore della pelle o al credo religioso. Cazzullo usa questa immagine per proporre un parallelo con il dibattito moderno sull’inclusività e l’integrazione.
3. La pietas e la virtù civica
La figura di Enea e il concetto di pietas sono esaltati come fondamenti della civiltà romana. L’autore insiste sull’idea che la forza morale, il dovere verso la comunità e il sacrificio siano tratti distintivi di Roma.
Stile narrativo
Scorrevole, giornalistico, brillante.
La scrittura di Cazzullo mescola l’efficacia della sintesi giornalistica con passaggi narrativi vivaci e descrizioni colorite. L’autore non rinuncia a iperboli, digressioni, citazioni cinematografiche (es. Il gladiatore), riferimenti letterari (Virgilio, Shakespeare), e battute ironiche (come l’accostamento tra Ottaviano e Berlusconi).
Il linguaggio, seppur talvolta semplicistico, permette una lettura piacevole anche per i non addetti ai lavori. Tuttavia, la ricerca storica non è sempre rigorosa: alcune affermazioni sono generalizzate o imprecise (es. confusione tra Egloghe e Georgiche, uso libero delle fonti).
Personaggi storici raccontati
Cazzullo dedica ritratti vividi a:
- Enea, simbolo della pietas.
- Romolo, fondatore violento ma necessario.
- Giulio Cesare, definito “forse il più grande uomo mai esistito”.
- Ottaviano Augusto, astuto e glaciale, ma artefice della pax romana.
- Cleopatra, affascinante icona culturale.
- Costantino, come ponte tra Roma pagana e cristiana.
Tutti i protagonisti sono descritti con tratti netti e narrativi, talvolta semplificati, ma sempre con intento evocativo.
Analisi del contesto editoriale
Quando eravamo i padroni del mondo si colloca tra i saggi di divulgazione storica nazionale, come quelli di Barbero (più accademici) o Angela (più audiovisivi). Il target è il lettore medio curioso, non esperto, che cerca una panoramica emozionale più che un’analisi approfondita.
In confronto ad altre opere sullo stesso tema, il testo si distingue per la sua intenzione motivazionale: vuole stimolare l’orgoglio nazionale e la riflessione sulle radici culturali. Tuttavia, a differenza di lavori più specialistici, la visione di Roma è idealizzata e a tratti riduttiva.
Lo stile è più vicino al racconto giornalistico che alla trattazione accademica: una scelta consapevole che avvicina il testo a pubblici ampi, ma lo espone anche a critiche di superficialità.
Valutazione critica
Punti di forza:
- Linguaggio accessibile e coinvolgente
- Collegamenti efficaci tra storia romana e contemporaneità
- Uso riuscito di esempi pop e letterari
- Ritmo narrativo fluido
Punti deboli:
- Errori e imprecisioni storiche
- Generalizzazioni (es. inclusività romana, eredità di ogni impero)
- Tendenza alla retorica e all’enfasi celebrativa
- Mancanza di approfondimento su temi complessi (es. schiavitù, violenza di Stato)
Valore culturale:
Il libro rappresenta un buon punto di partenza per chi vuole avvicinarsi alla storia di Roma in modo non accademico. Non è un saggio rigoroso, ma un racconto ispirato e ispirante, capace di accendere curiosità. Ideale per lettori giovani o adulti che desiderano una lettura piacevole e formativa.
Conclusione
Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito è un libro divulgativo ben scritto e ricco di spunti suggestivi. Con uno stile giornalistico e narrativo, Cazzullo riesce a restituire al lettore un’immagine viva e vibrante della Roma antica, sottolineandone l’impatto duraturo sul mondo contemporaneo.
Perfetto per chi cerca una lettura coinvolgente ma non specialistica, è consigliato a chi ama la storia, l’antichità e la riflessione sul presente attraverso il filtro del passato. Un libro che intrattiene, istruisce e fa riflettere, pur con qualche limite di approfondimento e rigore.
Leggetelo se volete riscoprire Roma come mito, simbolo e codice genetico della nostra civiltà.