Recensioni “Nel mare ci sono i coccodrilli”. Storia vera di Enaiatollah Akbari

Recensioni "Nel mare ci sono i coccodrilli". Storia vera di Enaiatollah Akbari

Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda è un romanzo biografico pubblicato nel 2010, appartenente al genere memoir e realismo contemporaneo. Si tratta della storia vera di Enaiatollah Akbari, un giovane afghano dell’etnia hazara, che da bambino fu costretto a fuggire dal proprio paese per sopravvivere. Il libro si presenta con l’immediatezza e la delicatezza di una conversazione, restituendo al lettore un racconto commovente, spesso crudo, ma attraversato da una potente dignità. La voce narrativa, calibrata con sapienza da Geda, intreccia l’ingenuità dell’infanzia alla resilienza dell’adulto in formazione.

Ciò che colpisce fin dalle prime pagine è la semplicità del linguaggio e l’intensità emotiva. Il titolo, evocativo e simbolico, si riferisce ai pericoli nascosti nelle tappe del viaggio migratorio, ma anche alle insidie invisibili della vita. Nel mare ci sono i coccodrilli è una lettura adatta a ogni età, che offre spunti di riflessione sul fenomeno della migrazione, sulla perdita e sulla speranza.

Biografia dell’autore

Fabio Geda, nato a Torino nel 1972, è uno scrittore, educatore e insegnante italiano. Dopo una carriera nel settore dell’educazione con minori in difficoltà, ha esordito nella narrativa con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani. Il suo successo arriva con Nel mare ci sono i coccodrilli, che ha riscosso un enorme consenso di pubblico e critica, tradotto in più di trenta paesi. Ha collaborato a lungo con riviste e quotidiani, tra cui La Stampa e Internazionale.

Geda ha proseguito la narrazione della vicenda di Enaiatollah con il libro Storia di un figlio (2020), scritto a quattro mani con Akbari. La sua scrittura è nota per il tono empatico, diretto ma mai pietistico, capace di dare voce autentica ai più fragili.

Trama e analisi

Il libro racconta la vera storia di Enaiatollah Akbari, che, a circa dieci anni, viene accompagnato dalla madre in Pakistan e abbandonato per salvarlo dalla persecuzione dei talebani. La famiglia appartiene all’etnia hazara, duramente colpita dalle violenze in Afghanistan. Prima di lasciarlo, la madre gli affida tre regole fondamentali: non drogarsi, non rubare, non usare le armi. Da quel momento inizia una lunga odissea.

Attraverso Pakistan, Iran, Turchia, Grecia e infine Italia, Enaiat affronta un viaggio durato anni, fatto di pericoli, lavori durissimi, fame, freddo e solitudine. Lavora come muratore, venditore ambulante, aiutante in albergo. Dorme all’aperto, attraversa le montagne a piedi, viaggia nascosto in camion e affronta una pericolosa traversata in gommone. Ogni tappa del percorso è costellata di incontri con persone solidali ma anche con trafficanti e poliziotti corrotti.

Il cuore narrativo dell’opera è proprio nel contrasto tra la disumanizzazione del viaggio e la forza morale del protagonista. Nonostante tutto, Enaiat conserva l’ironia e la gentilezza, e riesce a farsi strada senza mai tradire i valori impartiti dalla madre. Il racconto è scandito da episodi di vita vissuta, a tratti surreali, ma sempre profondamente reali e concreti.

Lo stile narrativo è semplice, colloquiale, quasi orale, proprio per rendere accessibile la voce del protagonista. Geda interviene solo con brevi dialoghi o precisazioni, lasciando che sia Enaiat a raccontarsi. Questa scelta stilistica conferisce al testo autenticità e immediatezza.

Analisi del contesto editoriale

Nel mare ci sono i coccodrilli si inserisce nel panorama della letteratura civile contemporanea, in cui il racconto dell’esperienza migratoria assume un valore etico e sociale. Il libro si distingue da altre narrazioni simili per l’approccio rispettoso e privo di retorica.

Rispetto ad altre opere sullo stesso tema, come Voci dal deserto o La frontiera di Alessandro Leogrande, l’opera di Geda adotta un tono più intimo, accessibile anche ai lettori più giovani. Non si tratta di un reportage giornalistico, ma di una testimonianza vissuta che rifiuta la spettacolarizzazione del dolore.

Geda ha avuto il merito di rendere Enaiat un volto reale, spostando il discorso pubblico sull’immigrazione dalla cronaca alla narrazione umana. Il libro è spesso adottato nelle scuole proprio per la sua capacità di stimolare empatia, riflessione e coscienza critica nei ragazzi.

Valutazione critica

Nel mare ci sono i coccodrilli è un libro che commuove e scuote senza fare leva su toni drammatici o pietosi. Il suo valore sta nella verità del racconto, nella limpidezza dello stile e nella forza del protagonista. Nonostante l’apparente semplicità, il testo veicola messaggi profondi sulla dignità, la speranza, l’accoglienza e la resilienza umana.

Tra i punti di forza:

  • La voce autentica e priva di artifici retorici
  • Il ritmo narrativo incalzante, mai noioso
  • La struttura dialogica che favorisce il coinvolgimento
  • La capacità di essere formativo senza essere moralistico

Pochi i punti deboli: alcuni episodi, volutamente lasciati nel vago, possono generare dubbi nei lettori più esigenti. Tuttavia, questa scelta è coerente con la volontà di rispettare i tempi e i modi del ricordo.

Il libro rappresenta un importante contributo alla narrazione dell’esperienza migratoria contemporanea. È adatto a un pubblico vasto: adolescenti, insegnanti, educatori, ma anche lettori adulti interessati a storie vere che parlano al cuore.

Conclusione

Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda è un’opera necessaria, non solo per il suo valore letterario, ma per la testimonianza che porta. Raccontare la storia di Enaiatollah Akbari significa dare voce a migliaia di bambini e ragazzi costretti a migrare, spesso dimenticati dalla cronaca.

Con uno stile asciutto ma penetrante, Geda ci accompagna in un viaggio di formazione e salvezza, che mostra come il coraggio e la speranza possano sopravvivere anche nelle condizioni più estreme. Un libro da leggere, condividere, discutere. Per non dimenticare che nel mare, come nella vita, i coccodrilli ci sono davvero, ma c’è anche chi riesce a superarli.