Recensione L’arte di correre (Haruki Murakami)

Recensione L'arte di correre (Haruki Murakami)

Con L’arte di correre, pubblicato in Italia da Einaudi nel 2007 nella collana Super ET, Haruki Murakami offre al lettore un’inedita finestra sul suo mondo interiore. Non si tratta di un romanzo nel senso tradizionale, ma di una raccolta di riflessioni autobiografiche, nate dalla sua lunga esperienza come scrittore e maratoneta. Il libro, il cui titolo originale inglese è What I Talk About When I Talk About Running, si ispira dichiaratamente all’opera di Raymond Carver e riflette lo stile sobrio e riflessivo dell’autore giapponese.

Questo breve ma intenso volume di 157 pagine è molto più di un diario sportivo: è un’opera che intreccia letteratura, introspezione e disciplina, rivelando i parallelismi tra l’atto dello scrivere e quello del correre. Con una prosa asciutta e onesta, Murakami accompagna il lettore in un viaggio tra maratone, solitudine, resilienza e silenziosa determinazione, offrendo una lezione universale sulla perseveranza e sulla ricerca del significato attraverso il corpo e la mente.

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L'arte di correre
  • Murakami, Haruki (Author)
  • Audience Rating: X (Solo per adulti)

Biografia dell’autore: Haruki Murakami

Nato a Kyoto nel 1949, Haruki Murakami è uno degli autori giapponesi più noti e letti al mondo. Dopo la laurea in letteratura alla Waseda University di Tokyo, ha gestito un jazz bar, il Peter Cat, per poi dedicarsi completamente alla scrittura nel 1981. Il suo stile mescola elementi del realismo magico, cultura pop occidentale e introspezione esistenziale.

Ha pubblicato numerosi romanzi di successo, tra cui Norwegian Wood, Kafka sulla spiaggia, L’uccello che girava le viti del mondo e 1Q84. Traduttore di autori americani come Carver e Fitzgerald, Murakami ha vinto il Premio Franz Kafka (2006) e il Jerusalem Prize (2009). La sua passione per la corsa, nata negli anni ’80, è diventata parte integrante della sua identità e strumento per sostenere la concentrazione e la creatività necessarie alla scrittura.

Trama e analisi

Una narrazione autobiografica sincera

L’arte di correre è una sorta di autoritratto in movimento, che Murakami compone nel corso di tre anni, mentre si prepara alla maratona di New York del 2005. Non è un manuale motivazionale, né un saggio tecnico sulla corsa, ma una serie di riflessioni intime sul significato dell’allenamento quotidiano, della fatica e della routine.

Diviso in nove capitoli, il libro segue un andamento quasi diaristico, in cui l’autore racconta le sue gare (dalla Grecia al Vermont), la sua preparazione fisica e soprattutto le connessioni tra corsa e scrittura. Il filo conduttore è semplice ma potente: “Scrivere è come correre una maratona. Richiede metodo, resistenza e solitudine”.

Temi principali

  • Disciplina e metodo: la corsa non è solo sport, ma un esercizio quotidiano di autocontrollo. Murakami corre sei giorni su sette, più di dieci chilometri al giorno.
  • Solitudine e interiorità: sia la scrittura che la corsa si svolgono in solitudine. L’una alimenta l’altra. Entrambe implicano uno sguardo lucido su se stessi.
  • Vuoto creativo: l’autore paragona i pensieri durante la corsa a nuvole che attraversano un cielo vuoto. Correre diventa un modo per raggiungere un’assenza mentale, utile a ricaricare la mente e a far emergere l’ispirazione.
  • Limiti e trasformazione: Murakami riflette sui suoi limiti fisici e anagrafici, ma anche su quelli creativi. Il libro è un inno al miglioramento progressivo, alla crescita paziente.
  • Autenticità: Murakami si mostra in tutta la sua umanità, con debolezze, ossessioni e piccole manie. Si descrive come una persona poco incline alla socializzazione, incline all’introspezione, che trova nella corsa una via di equilibrio.

Stile narrativo

La prosa di Murakami in L’arte di correre è pulita, essenziale e diretta. Lo stile è molto diverso dai suoi romanzi più noti, spesso onirici e visionari. Qui domina la concretezza del reale: si parla di gambe che fanno male, di cronometri, di percorsi urbani e campagne assolate. Tuttavia, la ricchezza metaforica rimane: la corsa diventa metafora dell’arte, della vita, dell’equilibrio tra corpo e mente.

Il ritmo della narrazione segue quello del passo: non c’è fretta, non c’è climax. È una scrittura che procede per accumulo, con piccoli dettagli che, alla fine, restituiscono un quadro profondo della personalità dell’autore.

Personaggi

Pur trattandosi di un testo autobiografico, emergono due “Murakami” distinti:

  • Il Murakami maratoneta, metodico, silenzioso, solitario. Corre in silenzio, riflette sulla propria fisicità, accetta il passare del tempo.
  • Il Murakami scrittore, consapevole della fatica creativa, che concepisce la scrittura non come ispirazione mistica, ma come un mestiere da esercitare con disciplina.

I veri “personaggi secondari” sono le città, le stagioni, i percorsi di gara, le maratone, tutti elementi che animano la narrazione con la forza dei ricordi vissuti e filtrati da uno sguardo acuto e sensibile.

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Analisi del contesto editoriale

L’arte di correre si discosta nettamente dai romanzi più famosi dell’autore. Qui non c’è spazio per il soprannaturale, per i mondi paralleli o per i sogni a occhi aperti. C’è invece una profonda aderenza alla realtà e al presente, alla fatica e alla materia corporea.

Allo stesso tempo, è un libro coerente con l’anima di Murakami, che anche nei suoi romanzi più surreali ha sempre cercato un punto di equilibrio tra logica e irrazionale, tra dedizione e mistero.

Questo testo si inserisce anche nel filone di opere che esplorano il rapporto tra corpo e mente, come Il mestiere di vivere di Pavese o L’arte della guerra di Musashi, con cui condivide una visione quasi zen della disciplina quotidiana.

Il pubblico ideale

  • Appassionati di corsa e sportivi: troveranno nelle parole di Murakami una forma di affinità e riflessione autentica sull’allenamento, la fatica, il miglioramento personale.
  • Scrittori e creativi: il libro è una miniera di spunti sull’atto del creare, sull’importanza del metodo e della costanza.
  • Lettori abituali di Murakami: scopriranno un volto inedito dell’autore, più umano, più vulnerabile, e forse ancora più affascinante.
  • Lettori alla ricerca di ispirazione: chiunque si trovi a fare i conti con un percorso impegnativo, troverà in queste pagine conforto e motivazione.

Valutazione critica

Pregi

  • Semplicità e profondità: un libro che si legge in poche ore ma si sedimenta per giorni.
  • Autenticità e onestà narrativa: Murakami si espone senza maschere.
  • Metafore efficaci: la corsa come metafora dell’arte, della fatica e dell’esistenza.
  • Riflessioni universali: adatto a ogni età e condizione di vita.

Difetti

  • Ripetitività voluta: il ritmo riflette l’atto stesso della corsa, ma può risultare monotono a chi cerca trama o sviluppo.
  • Poco appeal per chi non ama lo stile autobiografico o non è interessato alla corsa.

Conclusione

L’arte di correre di Haruki Murakami è molto più di un libro sullo sport. È una dichiarazione d’amore per la disciplina, l’onestà verso se stessi e la ricerca di un equilibrio tra mente e corpo. Con tono pacato ma incisivo, l’autore giapponese ci mostra come la corsa sia diventata parte integrante della sua esistenza e del suo processo creativo.

Un libro essenziale per chi ama la letteratura che riflette sull’essere umano. Un piccolo gioiello di introspezione e ispirazione che conferma quanto la semplicità possa essere, in certi casi, una forma di grande arte.

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