Recensione Il cerchio dei giorni di Ken Follett

recensione del romanzo il cerchio dei giorni di ken follett
0
(0)

Ho letto Il cerchio dei giorni di Ken Follett durante una settimana che sembrava perfetta per questo tipo di romanzo: giornate corte, il cielo grigio sopra di me e un bisogno profondo di perdermi in una storia che avesse il respiro del mito e la concretezza della storia. Pubblicato da Mondadori nel 2025, il libro si presenta come un affresco epico sulla costruzione di Stonehenge, ambientato circa 5000 anni fa nella Britannia neolitica.

La premessa mi ha subito incuriosito: non solo per l’ambientazione inconsueta, ma perché Ken Follett, autore che ho sempre amato per I pilastri della Terra e La colonna di fuoco, stavolta si spingeva ancora più indietro nel tempo, in una zona d’ombra della storia, dove non esistono fonti scritte e ogni ricostruzione è anche un atto di immaginazione. Avevo aspettative altissime, e per certi aspetti sono state soddisfatte. Per altri, no.

Ma quello che è certo è che Il cerchio dei giorni non lascia indifferenti.

Offerta
Il cerchio dei giorni
  • Follett, Ken (Author)

Ken Follett e il suo percorso

Ken Follett non ha bisogno di presentazioni: con oltre 190 milioni di copie vendute, è uno degli scrittori più letti e tradotti al mondo. Dopo il successo della saga di Kingsbridge, che ha ridefinito il romanzo storico per il grande pubblico, in questo nuovo lavoro l’autore gallese cambia radicalmente epoca e stile.

La sua firma resta riconoscibile: narrazione lineare, ritmo serrato, attenzione ai dettagli storici, ma qui sperimenta qualcosa di nuovo. Ambientando la storia nel Neolitico, Follett si confronta con un vuoto documentale, colmato con un uso narrativo della ricerca archeologica e antropologica. Come ha dichiarato:

“Stonehenge è un mistero. E io amo raccontare come le persone comuni affrontano imprese straordinarie.”

E in effetti, Il cerchio dei giorni è anche un tentativo coraggioso di immaginare l’origine della civiltà, in una forma diversa dai suoi romanzi precedenti.

Il viaggio nella storia

Il romanzo si apre nella Grande Pianura dell’Inghilterra del Sud, intorno al 2500 a.C. Protagonista è Seft, un giovane cavatore di selce, costretto a vivere sotto la tirannia del padre Cog e dei fratelli Olf e Cam. È un ragazzo che sogna una vita diversa, lontana dalla violenza e dal lavoro ingrato. Durante la Cerimonia di Mezza Estate, incontra Neen, una giovane pastora, e sua sorella Joia, destinata a diventare sacerdotessa.

È proprio Joia a intuire, fin da bambina, che un monumento sacro fatto di pietre — e non più di legno — potrebbe unire le tribù, dare un senso al tempo e fungere da calendario solare. Il suo sogno è tanto impossibile quanto rivoluzionario. Per realizzarlo, serviranno anni di lotte, alleanze, dolori e visioni.

La costruzione di Stonehenge diventa quindi il cuore simbolico del racconto, ma più che i blocchi di pietra, è l’idea che conta: la volontà umana di lasciare un segno, di dare un senso alla vita e alla morte, al passaggio delle stagioni, all’esistenza stessa.

Tra carestie, guerre tribali, tradimenti e amori che sbocciano nel mezzo della polvere e del sangue, Follett costruisce un mondo che sembra antico eppure familiare.

Joia è senza dubbio il personaggio più affascinante: intellettuale, spirituale, audace, capace di usare la parola come uno strumento di potere. L’ho amata fin da subito. È lei il vero motore del cambiamento, la custode del sapere, una visionaria che anticipa il pensiero scientifico, nel modo più arcaico e potente.

Seft, invece, è il braccio. È colui che costruisce con la fatica, che si mette al servizio dell’idea. La loro alleanza, che nasce dalla stima e si trasforma in qualcosa di più profondo, è uno dei fili emotivi più riusciti del romanzo.

Il ritmo del libro è generalmente fluido, anche se in alcuni momenti tende a rallentare per dare spazio a dettagli minuziosi o a descrizioni rituali. La lingua scelta da Follett è semplice, diretta, quasi “neolitica”, priva di orpelli. Una scelta consapevole, forse, ma che in certi dialoghi risulta un po’ piatta, quasi scolastica.

Eppure, ci sono pagine che mi hanno emozionato. Una su tutte: la prima volta in cui Joia osserva il sole attraversare l’arco del cerchio e capisce che l’uomo ha finalmente conquistato il tempo. È un momento di rara poesia, che mi ha lasciato i brividi.

Offerta
Il cerchio dei giorni
  • Follett, Ken (Author)

Il libro nel panorama letterario

Con Il cerchio dei giorni, Ken Follett esplora un territorio narrativo poco frequentato: il romanzo preistorico. Non è il primo autore a farlo, ma è forse il primo di questa statura internazionale a cimentarsi con un’opera così ambiziosa su Stonehenge, uno dei misteri più affascinanti della storia umana.

Rispetto a I pilastri della Terra o alla trilogia Century, questo romanzo ha un respiro più simbolico e meno corale. Mancano le sottotrame articolate, la molteplicità di punti di vista, le complesse dinamiche politiche. È un romanzo più lineare, quasi archetipico, dove tutto gira intorno a un’idea fondante: costruire qualcosa che duri oltre la vita.

Se amate la narrativa storica classica, potreste trovarlo più asciutto. Ma se, come me, cercate un racconto che unisca mito, natura e spiritualità, allora è una lettura che vi toccherà nel profondo.

Lo consiglierei a chi ha amato La via dei re di Sanderson per l’epicità silenziosa, o i romanzi di Jean M. Auel per l’ambientazione preistorica, ma con la firma inconfondibile di Follett.

Le mie riflessioni

Mi aspettavo un grande romanzo, e in parte lo è. Il cerchio dei giorni è un libro che ha il coraggio dell’essenzialità: racconta la nascita della civiltà con strumenti narrativi ridotti al minimo, come se l’autore stesso si fosse imposto di scrivere “con la pietra”, anziché con la penna.

Mi è piaciuta la visione utopica che attraversa il romanzo, l’idea che cooperazione, conoscenza e bellezza possano cambiare il destino di un popolo. In un’epoca di frammentazione e cinismo, questa storia suona quasi come una profezia gentile.

Tuttavia, ho sentito la mancanza del “grande respiro” tipico dei capolavori di Follett. I personaggi, per quanto interessanti, non sempre brillano per profondità psicologica. I dialoghi, a volte, sembrano scollegati dal carico emotivo delle situazioni. E la stessa costruzione del cerchio — attesa, sudata, sognata — finisce per occupare meno spazio di quanto mi aspettassi.

Eppure, alla fine della lettura, mi sono trovato in silenzio. Come chi ha appena assistito a un rito. Perché questo è, in fondo, Il cerchio dei giorni: una liturgia laica sul potere dell’idea, della bellezza, del sogno condiviso.

Offerta
Il cerchio dei giorni
  • Follett, Ken (Author)

Conclusione personale

Il cerchio dei giorni di Ken Follett è un libro imperfetto ma necessario. Non è il suo romanzo più coinvolgente, ma è forse il più coraggioso. Racconta un tempo lontano con uno sguardo lucido e insieme poetico, restituendoci la meraviglia di quando l’uomo ha iniziato a costruire non per necessità, ma per fede nel futuro.

Il mio voto? 8/10.

Lo consiglio a chi ama le narrazioni epiche, ma anche a chi cerca un momento di raccoglimento dentro una lettura lenta, silenziosa, carica di significato. È un libro da leggere all’alba, o al tramonto, con il tempo giusto per ascoltare la voce delle pietre.

E tu? Hai già letto Il cerchio dei giorni? Che impressione ti ha lasciato? Scrivimi nei commenti: sono curioso di sapere se anche tu, come me, hai sentito il cerchio chiudersi intorno a te.

Offerta
Il cerchio dei giorni
  • Follett, Ken (Author)

Quanto è stato utile questo post?

Clicca su una stella per valutarla!

Punteggio medio di valutazione 0 / 5. Vote count: 0

Non ci sono voti finora! Sii il primo a valutare questo post.

Lascia un commento