Pubblicato postumo per la prima volta nel 1998, L’arte della gioia di Goliarda Sapienza è un romanzo che sfida qualsiasi classificazione. Romanzo di formazione, politico, erotico, filosofico, storico, ma soprattutto letteratura pura, in grado di scuotere le coscienze e risvegliare interrogativi profondi sull’identità, la libertà e il desiderio. Ambientato nella Sicilia del primo Novecento e attraversando l’intero secolo breve, questo monumentale testo di oltre 500 pagine si pone come uno dei più ambiziosi progetti narrativi della letteratura italiana contemporanea.
L’arte della gioia è la storia di Modesta, un personaggio femminile talmente potente da uscire dalla pagina per diventare simbolo, mito, archetipo. Il romanzo è un’esperienza di lettura che coinvolge mente, cuore e corpo, capace di emozionare e disturbare, di far riflettere e spingere all’azione. Un libro che, come ha detto qualcuno, si ama o si odia, ma che non lascia indifferenti. Con questo romanzo, Sapienza ci consegna una figura femminile sovversiva, autonoma, radicale, che sovverte i codici letterari e sociali, tracciando un sentiero unico nel panorama narrativo italiano.
Biografia dell’autrice: Goliarda Sapienza, voce controcorrente
Nata a Catania nel 1924, Goliarda Sapienza fu figlia di Maria Giudice, sindacalista socialista, e Giuseppe Sapienza, avvocato e militante libertario. Cresciuta in un ambiente intellettualmente stimolante ma turbolento, si trasferì giovanissima a Roma per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica, diventando attrice di teatro e cinema. Tuttavia, fu la scrittura a conquistare definitivamente la sua esistenza.
Autrice di romanzi come Lettera aperta e Il filo di mezzogiorno, Sapienza ha pagato la sua originalità con l’incomprensione editoriale e l’ostracismo culturale. Solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1996, il suo capolavoro L’arte della gioia ha trovato riconoscimento internazionale, prima in Francia e poi in Germania e Spagna, fino alla pubblicazione da parte di Einaudi nel 2008. Oggi, Goliarda è considerata una delle voci più libere e potenti della narrativa del Novecento.
Trama e analisi: Modesta e l’anarchia del desiderio
L’arte della gioia si apre con la nascita della protagonista Modesta il 1° gennaio 1900, quasi a indicare una simbiosi tra la sua vita e il secolo che sta per cominciare. Nata in una Sicilia arcaica e violenta, in una famiglia poverissima, Modesta attraversa abusi e lutti fin dalla prima infanzia. Dopo un atto estremo, viene accolta in un convento dove, tra silenzi e passioni represse, comincia a forgiare la sua intelligenza e il suo senso critico.
Successivamente, grazie a un intreccio di astuzia, seduzione e intuizione politica, Modesta entra a servizio presso una famiglia aristocratica, ne scala i ranghi e ne eredita il patrimonio. Ma la sua ascesa sociale non è fine a sé stessa: Modesta cerca il potere come strumento di autodeterminazione, e l’amore come esperienza totale, aperta, fluida. In una narrazione ricca di colpi di scena, incontri trasformativi e relazioni complesse, Modesta seduce uomini e donne, governa una famiglia queer ante litteram, e costruisce la propria vita con lucida determinazione.
Temi principali
- Libertà e autodeterminazione: Modesta rifiuta le imposizioni sociali, religiose, morali. Il suo motto è “voglio tutto”, e nel volerlo tutto, esercita una forma radicale di libertà.
- Desiderio come forza politica: In Modesta, il desiderio non è semplice impulso, ma motore di cambiamento, strumento di conoscenza, via per la trasformazione.
- Famiglia e affettività queer: Modesta costruisce intorno a sé una famiglia non convenzionale, dove il sangue non conta, ma contano la lealtà, l’onestà e il riconoscimento reciproco.
Stile narrativo
La prosa di Goliarda Sapienza è ibrida, intensa, irregolare, viva. L’autrice alterna passaggi lirici a dialoghi serrati, momenti di riflessione filosofica a scene sensuali. La narrazione procede in prima persona, ma non manca una dimensione corale, grazie ai tanti personaggi secondari che prendono forma attraverso dialoghi vividi e memorabili. L’uso della lingua è sperimentale, la sintassi sfida la norma, i pensieri si rincorrono in modo associativo, quasi febbrile. La scrittura è essa stessa un atto di disobbedienza formale, un esercizio di libertà linguistica e ideologica.
Personaggi e dinamiche
- Modesta: protagonista assoluta, incarna l’eros, la volontà, l’intelletto. È seducente, crudele, affettuosa, feroce. È umana.
- Joyce: amica e amante, intellettuale comunista, rappresenta la tensione tra ideologia e desiderio.
- Eriprando, Carluzzu, Carlo, Beatrice: figure che segnano la vita di Modesta e le restituiscono una molteplicità di riflessi emotivi e morali.
L’arte della gioia è un libro dove le parole si incarnano nei corpi, dove la narrazione è un rito, una danza che celebra la carne, la mente e lo spirito.
Analisi del contesto editoriale: un romanzo fuori tempo
L’arte della gioia è stato rifiutato da tutti i principali editori italiani al momento della sua stesura (1967-1976), troppo lungo, troppo scandaloso, troppo “fuori mercato”. Solo nel 1998 una piccola casa editrice (Stampa Alternativa) lo pubblica nella collana Eretica. La svolta arriva con l’editore francese Viviane Hamy che ne riconosce il valore e lo lancia in Europa.
Nel contesto letterario italiano, L’arte della gioia si distingue per la sua audacia tematica e stilistica. Diversamente da altre opere coeve incentrate sull’autobiografia o sulla denuncia sociale, Sapienza costruisce un’epica personale e universale, dove il corpo femminile è soggetto attivo e mai oggetto di sguardo. In questo senso, il romanzo si inserisce nel solco del femminismo radicale europeo, pur senza mai diventare manifesto.
Rispetto ai lavori precedenti della stessa autrice, L’arte della gioia rappresenta il suo vertice creativo, la summa delle sue esperienze, dei suoi conflitti e delle sue visioni. Il romanzo parla oggi a nuove generazioni che vedono in Modesta un modello queer, anarchico, non conforme, capace di anticipare i discorsi sull’identità e il potere che animano il dibattito contemporaneo.
Valutazione critica: forza letteraria e sfida etica
L’arte della gioia è un romanzo estremo e necessario, capace di suscitare emozioni violente e riflessioni profonde. Il suo principale punto di forza è Modesta, uno dei personaggi femminili più complessi e sfaccettati della letteratura mondiale. La sua voce irrompe nella pagina con una potenza ancestrale, infrange tabù, scuote le coscienze, costringe a interrogarsi su cosa significhi vivere “felicemente”.
Tra i possibili limiti, si può segnalare una certa prolissità in alcune sezioni del libro, specie a metà del romanzo, dove i dialoghi e le sottotrame tendono ad appesantire la lettura. Ma si tratta di una scelta consapevole: Sapienza non scrive per intrattenere, ma per introdurre alla complessità del vivere. Chi cerca una lettura lineare e rassicurante troverà ostacoli; chi si lascia travolgere, troverà invece un’esperienza trasformativa.
Il valore letterario di questo romanzo è indiscutibile. È opera-mondo, che affronta l’intimità e la storia, la sessualità e la politica, l’amore e il potere. È anche un libro che parla con particolare forza alle donne, ma non solo: chiunque voglia interrogarsi su come si possa “rubare alla morte tutta la vita possibile” troverà qui una risposta.
Conclusione: un’eredità da tramandare
L’arte della gioia di Goliarda Sapienza è un libro che si legge e si vive, un’opera che sfida le convenzioni e ci accompagna a esplorare l’abisso e la luce dell’animo umano. È un romanzo che insegna che la gioia non è un privilegio, ma un’arte da coltivare ogni giorno. Un testo che dovrebbero leggere tutte le persone che cercano nella letteratura non solo una storia, ma una visione del mondo.
Consigliato a chi ama i personaggi complessi, le narrazioni non convenzionali, le riflessioni sul potere, sul desiderio, sulla libertà. A chi non teme di confrontarsi con ciò che è scomodo. A chi ha il coraggio di affrontare il proprio lato più oscuro per scoprire la bellezza.
Leggetelo. Rileggetelo. E lasciatevi cambiare.