Recensione completa Accabadora di Michela Murgia

Recensione completa Accabadora di Michela Murgia

Accabadora di Michela Murgia, pubblicato nel 2010 da Einaudi, è un romanzo intenso e compatto, che in sole 176 pagine riesce a trattare con delicatezza temi fondamentali come l’eutanasia, l’adozione, e il senso profondo della maternità. Inserito nel genere della narrativa contemporanea e vincitore di premi prestigiosi come il Premio Campiello 2010, Accabadora è ambientato in una Sardegna arcaica e suggestiva, luogo sospeso tra superstizione e senso della comunità.

Attraverso la storia della giovane Maria Listru e della sua madre d’anima Bonaria Urrai, Michela Murgia offre al lettore un’esperienza di lettura poetica e riflessiva, capace di rievocare l’atmosfera di una civiltà in bilico tra passato e modernità. Il romanzo non solo racconta un legame femminile fuori dagli schemi, ma interroga il lettore su quanto sia legittimo decidere il momento della morte, e su come il dolore, fisico ed emotivo, possa essere affrontato con pietas o negato con ipocrisia.

Offerta
Accabadora
  • Murgia, Michela (Author)
  • Audience Rating: X (Solo per adulti)

Biografia dell’autrice: Michela Murgia

Michela Murgia (1972–2023) è stata una delle voci più autorevoli della letteratura e del pensiero femminista italiano contemporaneo. Nata a Cabras, in provincia di Oristano, ha esordito nel 2006 con Il mondo deve sapere, un romanzo-denuncia sul lavoro nei call center, da cui fu tratto il film Tutta la vita davanti di Paolo Virzì.

Con Accabadora ha conquistato il grande pubblico e la critica, vincendo numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Dessì, il SuperMondello e il Premio Campiello. Le sue opere successive, come Chirù, L’inferno è una buona memoria, Ave Mary e Tre ciotole, ne hanno consolidato la fama come scrittrice acuta, impegnata e profondamente radicata nella cultura sarda.

Murgia è stata anche una figura pubblica di rilievo, commentatrice politica, attivista per i diritti civili e grande sostenitrice della laicità, della pluralità familiare e del diritto all’autodeterminazione.

Trama e analisi

In un paesino immaginario della Sardegna, Soreni, Maria Listru, ultimogenita di una vedova povera, viene affidata a Tzia Bonaria Urrai, una sarta sola e senza figli. Questa antica usanza sarda, chiamata “fill’e anima”, consiste nell’affidare un figlio in eccesso a una donna sterile, instaurando un rapporto affettivo ma privo di legami biologici.

Maria cresce sotto l’ala di Bonaria, in un contesto rurale rigido, fatto di non detti, sguardi e riti arcaici. La donna si rivela amorevole ma austera, e la loro convivenza, inizialmente serena, si incrina quando Maria scopre il segreto notturno della madre adottiva: Tzia Bonaria è un’accabadora, una figura tradizionale che aiuta i morenti a porre fine alla propria sofferenza.

Questo elemento, che si inserisce nel cuore della trama, fa deflagrare il legame tra le due donne. Maria, sconvolta dalla rivelazione, lascia il paese per lavorare a Torino. La sezione torinese, seppur necessaria per l’evoluzione del personaggio, risulta meno incisiva e coesa rispetto al resto del romanzo.

I temi principali del romanzo sono:

  • L’eutanasia e il fine vita: trattati con rispetto e complessità etica, senza giudizi morali, ma con una profonda riflessione sull’empatia e la pietà.
  • La maternità non biologica: attraverso la figura della “figlia dell’anima” emerge una definizione alternativa e potente dell’essere madre.
  • L’identità femminile: le donne, e in particolare Bonaria, sono le vere protagoniste, mentre gli uomini sono relegati a ruoli più passivi o secondari.

Il linguaggio della Murgia è ricco e ricercato, denso di vocaboli sardi, ma sempre contestualizzati in modo da essere comprensibili. Lo stile è asciutto e poetico al tempo stesso: ogni parola pesa, ogni frase stimola alla riflessione. I dialoghi sono il vero motore della narrazione, taglienti e profondi, costruiti per suggerire più che per spiegare.

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Accabadora
  • Murgia, Michela (Author)
  • Audience Rating: X (Solo per adulti)

Analisi del contesto editoriale

Accabadora si inserisce nella narrativa italiana contemporanea come opera simbolica e antropologica, e può essere accostato a romanzi come Stirpe di Marcello Fois o Mal di pietre di Milena Agus per la sua capacità di raccontare la Sardegna attraverso personaggi profondamente radicati nel territorio.

Rispetto a opere precedenti della stessa autrice, come Il mondo deve sapere, questo romanzo mostra una scrittura più matura e raffinata, capace di abbandonare il registro satirico per uno più lirico e meditativo. Inoltre, Murgia si distingue dalla narrativa mainstream per l’intreccio di storia sociale, introspezione psicologica e mitologia popolare.

Il romanzo ha anticipato e alimentato il dibattito culturale italiano su eutanasia, fine vita e famiglie non tradizionali, ponendosi come lettura fondamentale per chi vuole affrontare questi argomenti in modo letterario e non dogmatico.

Valutazione critica

Punti di forza:

  • Profondità tematica: eutanasia, maternità, dolore e identità affrontati con sobrietà e rispetto.
  • Scrittura raffinata: uno stile sobrio, ricco di immagini e mai enfatico.
  • Personaggi memorabili: Bonaria è una figura archetipica, Maria una protagonista in evoluzione.
  • Contesto autentico: la Sardegna rurale è viva, credibile, palpabile in ogni descrizione.

Punti deboli:

  • La parte del romanzo ambientata a Torino risulta per molti lettori meno convincente: appare slegata dal corpo centrale della narrazione, quasi un’interruzione forzata.
  • Maria, pur essendo protagonista, è percepita da alcuni come troppo distaccata e difficile da empatizzare.

Considerazioni finali:

Accabadora ha un alto valore letterario e culturale, è un romanzo che lascia il segno e invita alla riflessione senza facili moralismi. È adatto a un pubblico ampio: lettori adulti, educatori, studenti, appassionati di cultura italiana e antropologia.

Conclusione

Accabadora di Michela Murgia è un romanzo che affronta il tema del fine vita con rara delicatezza, inserendolo in un contesto arcaico e insieme straordinariamente moderno. Il legame tra Maria e Bonaria, la Sardegna degli anni Cinquanta, l’idea di una maternità scelta e non imposta, fanno di questa opera un racconto unico nel panorama italiano.

Consigliato a chi cerca una lettura breve ma intensa, a chi ama le storie di formazione, e a chi non ha paura di interrogarsi su temi difficili. Un libro da leggere con calma, lasciando sedimentare ogni parola, ogni gesto, ogni silenzio.

La morte, ci insegna Murgia, può essere anche un atto d’amore. E una madre può esserlo due volte, se scelta con il cuore.

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Accabadora
  • Murgia, Michela (Author)
  • Audience Rating: X (Solo per adulti)